L'origine del misterioso oggetto interstellare Oumuamua è di nuovo sotto inchiesta

L'origine del misterioso oggetto interstellare Oumuamua è di nuovo sotto inchiesta
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Nel 2017 è stato rilevato per la prima volta quello che sembra essere un "misterioso oggetto interstellare", ovvero un corpo voluminoso proveniente da ben oltre il nostro Sistema Solare. L'oggetto è stato chiamato "Oumuamua", e da allora diversi scienziati hanno cercato di spiegarne natura e origine.

Tra le caratteristiche più insolite del corpo celeste, che hanno spinto i ricercatori ad affannarsi così tanto nella studio su Oumuamua, vi è senz'altro la forma. Ad una prima occhiata Oumuamua sembra un oggetto lungo e schiacciato, simile ad un sigaro, e non somiglia a niente di simile avvistato in precedenza nel nostro Sistema Solare.

In questi quattro anno di ricerche, però, sempre più strumenti scientifici sono stati adoperati per carpirne i segreti, tanto che all'inizio del 2021 sembrava che i ricercatori avessero trovato una teoria che mettesse d'accordo tutti: Oumuamua è un frammento di corpo celeste simile a Plutone. Questa teoria ha preso velocemente piede per via di alcune similitudini fisiche che legano l'oggetto interstellare al nostro ex-pianeta nove Plutone, come ad esempio la presenza di azoto solido.

Di recente un altro studio ha fatto capolino sulla questione, mettendo in dubbio le relative poche certezze assunte fin ora, per aprire la strada ad una nuova ipotesi: Oumuamua fa parte di una classe di oggetti sconosciuti.

Lo studio è stato portato avanti su diversi fronti dai ricercatori Amir Siraj e Avi Loeb, che hanno spiegato come il modello del "frammento di azoto" è in realtà poco plausibile per diversi fattori. Per prima cosa, i calcoli apparentemente dimostrano che nella nostra galassia - o quanto meno nel vicinato galattico del Sistema Solare - la presenza di "esa-Plutoni" (pianeti come Plutone, ma che fanno parte di altri sistemi stellari) sia piuttosto esigua: se gli esa-Plutoni sono così rari, allora devono essere ancor più rari i simil-Oumuamua da loro generati, e questo sembra cozzare con il rilevamento "fortuito" avvenuto nel 2017.

Per di più, sembra che il modello diventi ancor più inaccurato se si aggiunge all'equazione la copiosa azione erosiva dei raggi cosmici: se tali raggi distruggono molto facilmente gli oggetti interstellari, allora sicuramente il loro numero è incredibilmente limitato, il che pone Oumuamua come un oggetto fuori da qualsiasi standard.

Attualmente, lo studio è sotto revisione sul portale arXiv, ma se cliccate sul link ne otterrete una copia consultabile da scaricare in formato PDF, qualora voleste approfondire la faccenda.

Ma cosa significa esattamente tutto ciò? Al contrario di quello che possa sembrare, la confutazione e la continua ricerca di nuove possibilità è una grande notizia per la scienza: grazie a queste nuove teorie gli scienziati saranno ancor più invogliati a scoprire il segreto delle origini di Oumuamua e dei suoi simili. Ora che abbiamo un'idea di cosa cercare, gli avvistamenti potrebbero aumentare esponenzialmente.