Pacchi di Natale? Quest'anno saranno introvabili: l'industria del cartone è in crisi
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La prossima stagione natalizia sarà complicata per gli amanti della tecnologia: le scorte dei dispositivi elettronici nei negozi sono scarse, e sappiamo che alcuni device come iPhone 13 saranno introvabili nelle prossime settimane. A peggiorare il tutto, però, potrebbe essere un fattore inaspettato, ovvero la mancanza di scatole di cartone.
A quanto pare, infatti, la carenza di materie prime non riguarda solo i PC: scatole, pacchi e pacchetti di carta e cartone stanno vivendo una grave crisi, poiché i produttori non sono in grado di rimanere al passo con le spedizioni ed a garantire rifornimenti regolari. Ars Technica, che per prima ha dato la notizia, afferma che la disponibilità di carta e cartone, esattamente come quella di altre materie come la plastica, è da sempre piuttosto volatile, ma che il Coronavirus ha radicalmente peggiorato la situazione.
Molte cartiere sono state chiuse a causa del Covid-19 in tutto il mondo nello scorso anno, e non sono riuscite a costruire delle riserve sufficienti ad affrontare le spedizioni natalizie, per cui diverse aziende potrebbero trovarsi nella paradossale situazione di avere dei prodotti pronti da mettere sul mercato ma di mancare delle confezioni adatte a commercializzarli.
A complicare le cose, inoltre, sarebbe anche il cambio di abitudini della popolazione durante la pandemia: durante il lockdown è aumentata a dismisura la dipendenza delle famiglie dagli ordini online, il che ha incrementato le spedizioni, e dunque l'uso di contenitori di cartone da parte di grandi aziende come Amazon, che hanno drenato il settore di quanto aveva accumulato prima del Coronavirus.
Il problema, in questo caso, è che le aziende più grandi come Amazon consumeranno tutti gli scatoloni disponibili, lasciando le briciole a quelle più piccole ed agli esercizi commerciali e artigianali minori. Inoltre, ciò potrebbe portare ad un aumento del prezzo di packaging in tutto il mondo, che potrebbe ripercuotersi anche sul costo finale dei prodotti. Secondo Andrew Hogenson, esperto di beni per consumatori e spedizioni presso Infosys Consulting, "grandi produttori come Amazon saranno i primi a ricevere i rifornimenti, mentre le aziende e i negozi più piccoli si troveranno a essere l'ultima ruota del carro e dovranno pagare cifre esorbitanti. Queste aziende, però, non possono assorbire così facilmente certi costi".
FONTE: Ars Technica
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