Paradise Papers: spunta anche il nome di Apple tra i documenti

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L’inchiesta giornalista Paradise Papers torna a fare paura, ma questa volta potrebbe riguardare anche i giganti della Silicon Valley. Negli ultimi documenti emersi sul web, infatti, figurano anche i nomi di Uber ed Apple, che avrebbero aggirato le normative degli USA per non tassare i soldi.

Secondo quanto riportato, l’amministratore delegato della compagnia, Tim Cook, avrebbe usato l’isola di Jersey, nella Manica, come rifugio per miliardi di Dollari, al fine di non tassarli.

Un documento che, di fatto, smentisce quanto affermato nel 2013 dallo stesso Cook, quando il governo degli USA aprì un’indagine che aveva portato alla scoperta di uno schema studiato a tavolino per mantenere i guadagni in Irlanda. Il CEO, all’epoca, fu interrogato dal Senato e nel corso di un’audizione non nascose “qualche denaro in qualche isola dei Caraibi”, ma promise di pagare le tasse. Evidentemente però non è andata così.

A quanto pare, i soldi sarebbe stati trasferiti da Apple in un nuovo paradiso fiscale, appunto Jersey. La Mela morsicata si sarebbe piazzata al primo posto in questo genere di operazioni, con trasferimenti di denaro da 236 miliardi di Dollari.

Nella lista figurano anche Bono Vox, Madonna, Lewis Hamilton e tre consiglieri della Casa Bianca: Wilbur Ross, Rex Tillerson e Gary Cohn.