Parliamo di omosessualità nella Roma antica: la tragedia dell'Imperatore Adriano e Antinoo

Parliamo di omosessualità nella Roma antica: la tragedia dell'Imperatore Adriano e Antinoo
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Parlare di omosessualità nell'età antica è difficile, soprattutto se si studiano gli imperatori romani. Vi sono, però, delle particolari eccezioni degne di nota che possono contribuire ad arricchire ciò che conosciamo sulla complessa cultura romana. Proviamo, quindi, ad analizzare il rapporto che l'imperatore Adriano ebbe col giovane Antinoo.

Prima di narrare gli eventi che videro coinvolti i due, bisogna compiere un passo indietro e tornare nella Grecia dell'età ellenistica. Qui, i concetti di eterosessualità ed omosessualità non erano chiaramente intesi nella concezione moderna. Come spiega l'accademico Kenneth Dover, nel saggio "L'omosessualità nell'antica Grecia", un rapporto omosessuale era considerato naturale nella sua generalità, ma limitato da alcune norme culturali che prevedevano un rapporto solo tra maestro ed allievo.

Emerse, quindi, una polarizzazione drastica nei rapporti, dove vi era l'erastès (l'amante), cioè la figura attiva nella coppia, e l'eromenos (l'amato), il giovane ragazzo in piena pubertà. Si può dire che il rapporto omosessuale fosse inteso come una sorta di passaggio, per gli uomini, verso l'età adulta.

I romani, tra le tante cose che assorbirono dalla cultura greca, presero questa concezione dell'omosessualità e la resero propria. Anche nell'Impero, il rapporto era ciò che contava e il ruolo che si ricopriva. Spesso quest'ultimo elemento poteva anche essere usato nella propaganda politica contro un personaggio noto. L'esempio più chiaro è Giulio Cesare, definito dai suoi nemici "il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti".

Gran parte degli imperatori preferiva la pederastia, cioè la compagnia intima con giovani uomini nati schiavi o che dovevano prostituirsi. Era raro che nascessero rapporti che andassero oltre, coinvolgendo anche la sfera emotiva.

Tuttavia, vi è una particolare eccezione: il famoso imperatore Adriano, il mandante della costruzione del celebre vallo in Inghilterra.

Quest'ultimo, che governò dal 117 fino al 138 d.C., si innamorò follemente del bellissimo Antinoo, un giovane greco originario della Bitinia. I due, si pensa, si conobbero intorno al 123 d.C. e divennero amanti ufficiali dal 128, anno in cui divenne membro della scorta personale dell'imperatore durante il giro di ispezione nelle provincie africane.

Da quel momento in poi i due rimasero inseparabili, anche se Adriano era sposato con Vibia Sabina. Ovunque l'imperatore andasse, era sicuro che Antinoo lo seguisse. Tuttavia, il loro amore non poté durare per sempre.

Nel 130, in Egitto, le condizioni di salute di Adriano peggiorarono e Antinoo, a bordo di una flottiglia sul Nilo, cadde in acqua e morì annegato. Le circostanze delle sua morte rimangono oscure. Nel corso degli anni sono state avanzate varie ipotesi, come l'annegamento accidentale, il suicidio o persino un sacrificio umano intenzionale nella convinzione che la sua morte avrebbe salvato Adriano.

Alla notizia, l'imperatore cadde in preda alle lacrime pubblicamente di fronte alla sua corte. Nel corso dei mesi successivi, fondò un culto interamente dedicato al suo amato e lo impose in tutto l'Impero. Successivamente, dedicò a lui anche una città: Antinopoli, eretta vicino al luogo in cui, teoricamente, riposava il corpo del giovane.

In questa storia, come spiegato in questo articolo riguardo la vita di Caligola, bisogna prendere tutto con le pinze. Come sostenuto da svariati storici, molte informazioni su Antinoo e Adriano sono state contaminate, in positivo o in negativo, nel corso dei secoli e quello che conosciamo non può essere confermato al 100%. Tuttavia, le fonti archeologiche rendono evidente come l'imperatore amasse sinceramente il ragazzo e che la sua prematura morte abbia influito drasticamente nella sua vita personale e pubblica.