Parliamo della Rus' di Kiev, il più antico Stato slavo-orientale creato dai Vichinghi

Parliamo della Rus' di Kiev, il più antico Stato slavo-orientale creato dai Vichinghi
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Quando pensiamo alle invasioni vichinghe, le associamo a violenze di ogni tipo e distruzione. Tuttavia, non è sempre stato così. Per esempio, quando, dalla Scandinavia, i Vichinghi giunsero nelle terre dell'Europa slava, instaurarono una ricca entità monarchica capace di racchiudere aspetti che a noi potrebbero suonare familiari: la Rus'di Kiev.

Essa venne instaurata nel IX secolo d.C., in un territorio che comprende le odierne:

  • Russia occidentale
  • Bielorussia
  • Ucraina
  • Polonia
  • Lituania, Lettonia ed Estonia

Come si evince dal nome, la capitale di questo grande dominio era Kiev e venne scelta da un esiguo gruppo di vichinghi svedesi, guidati probabilmente dal capo Rjurik, perché rappresentava un importantissimo centro commerciale lungo la via variago-greca.

Quest'ultima era un'importantissima via di comunicazione che permetteva all'Europa settentrionale, slava e bizantina di comunicare e commerciare fra loro materie prime, schiavi e manifatture più pregiate.

Alla morte del primo reggente, intorno al 880, il potere passò, nella teoria, nelle mani del presunto figlio, Igor. Tuttavia, nei fatti l'intera Rus venne governata dal principe Oleg, detto "il Profeta". Con quest'ultimo, i confini del blocco si ampliarono, sottomettendo svariate popolazioni slave native e costringendole al pagamento di un tributo.

Il primo attacco vichingo ai danni di Costantinopoli avvenne proprio sotto la reggenza del principe. Non vi sono certezze matematiche su chi ebbe la meglio nello scontro, ma portò, nel 911, a siglare sia il primo rapporto commerciale mai esistito tra una popolazione norrena e l'impero bizantino sia un accordo militare, che prevedeva la partecipazione della Rus' in tutte le campagne militari portate avanti dalla ricchissima capitale dell'Impero romano d'Oriente.

La forza dimostrata all'esterno, però, non coincideva con quella interna. La posizione di reggente del principato era molto instabile e in pochissimo tempo si susseguirono una serie di personaggi che portarono avanti sempre due elementi comuni nelle loro politica: lo scontro contro Bisanzio (e la conseguente riappacificazione con dei brevi trattati) e l'oppressione delle popolazioni native slave che si ribellavano.

Quest'ultimo elemento è importante, perché non tutte le tribù avevano atteggiamenti ostili contro i nuovi principi. Molti era disposti a giurare solenne fedeltà a Kiev, unendo in matrimonio i sovrani vichinghi con le figlie indigene. Sarà da quest'unione tra norreni e slavi che nasceranno i moderni russi.

Il culmine politico, economico e culturale della Rus' arrivò con la reggenza di Vladimir il Grande. Con lui il principato divenne un'entità unita - capace di resistere anche alle minacce provenienti dalle steppe asiatiche. In questa fase, il potere si consolidò definitivamente, unendo le ex-popolazioni native dall'odierna Ucraina fino a tutto il Mar Baltico.

Inoltre, come avverrà in Britannia, anche i vichinghi in questo periodo si convertirono al Cristianesimo. La scelta, al contrario di quello che si potrebbe pensare, venne spinta solo da una semplice motivazione pratica. La Rus' di Kiev era un crocevia di culture e culti, dai musulmani bulgari del Volga fino ai khazari ebrei.

Una popolazione, però, in Oriente era superiore a tutti gli altri da un punto di vista politico: i bizantini. Il secolare rapporto d'odio-amore tra Kiev e Costantinopoli portò Vladimir ad eguagliare la rivale, nella speranza di poterla, un giorno, superare.

Vladimir era una guida molto lungimirante e, anche se provò una volta a penetrare nella città bizantina - fallendo, spesso strinse accordi con i nemici. Per esempio, nel 988, vent'anni prima del fatidico XI secolo, vennero mandate a Basilio II, l'allora imperatore di Costantinopoli, 6000 uomini per formare una brigata mercenaria famosissima e spietata: la Guardia Variaga.