Perché siamo così attaccati all'idea di voler diventare milionari?

Perché siamo così attaccati all'idea di voler diventare milionari?
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Il programma "Chi vuole essere milionario?" torna nelle TV americane guidato dal conduttore Jimmy Kimmel. Quest'evento ha portato l'esperto Lawrence R. Samuel a chiedersi quale siano le radici che portano le persone ad essere affascinati dall'idea di essere milionari.

Essendo esperto in American Studies, un sottocampo di ricerca sugli studi culturali, il ricercatore si rivolge principalmente agli Stati Uniti e la percezione che le persone che vi abitano hanno sul possedere beni da un milione di dollari.

Dopo la rivoluzione americana, il termine "milionario" venne usato raramente e, spesso, per riferirsi a pochissimi direttori delle fabbriche. Nel 1776, per esempio, Pierre Lorillard IV venne definito tale perché fu il primo magnate dell'industria del tabacco.

A partire dal 1861 le cose cominciarono a cambiare. Sempre più imprenditori nel Nord America cominciarono ad arricchirsi e a proporre idee più liberali. Questo entrò in forte opposizione ai valori di quei pochi individui negli Stati del Sud la cui ricchezza dipendeva soprattutto dalle piantagioni di cotone e l'uso degli schiavi. Non a caso, questo scontro sfociò nella famosa guerra di secessione americana.

Con alti e bassi nell'economia, gli Stati Uniti arrivarono ad avere circa 100 mila milionari intorno al 1961 e l'innalzamento di questa curva sembra non volersi arrestare.

Questo arricchimento repentino, concentrato spesso in alcuni periodi storici, ha cominciato ad influenzare la visione delle persone comuni per quanto riguarda il benessere economico. I milionari non erano più persone con "la puzza sotto il naso", bensì gente comune che si arricchiva lavorando come tutti gli altri. Quest'immagine cominciò a radicarsi nella società americana, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, e rafforzò il sogno americano: lavorare sodo in un paese libero per poter raggiungere ricchezze infinite.

E dove ci sono speranze, ci sono anche nuovi mercati. Nacque, infatti, un nuovo genere letterario, se così si può definire, che divenne la mania della nascente società dei consumi americana. Cominciarono a comparire sugli scaffali di tutte le case e librerie statunitensi infiniti manuali sul come diventare ricchi, sul come aprire una propria azienda e raggiungere il successo, etc...

Negli ultimi anni, però, la tendenza degli statunitensi sembra essere cambiata: vogliono raggiungere la ricchezza con il minimo sforzo possibile. Ovviamente, gli autori non si sono lasciati perdere l'occasione per pubblicare libri che soddisfacessero il desiderio del pubblico. Quante volte avrete visto, anche qui in Italia, libri su "come diventare milionario in un minuto". Come ci riferisce Samuel, negli Stati Uniti sono arrivati a pubblicare anche testi dal titolo "Come scoprire il milionario nascosto in ogni bambino".

Nonostante l'inflazione abbia danneggiato gli alti standard di vita di tutte quelle persone più che benestanti, "noi continuiamo ad utilizzare la parola 'milionario' con un tono referenziale, come se le persone a cui ci stiamo rivolgendo vivessero le loro vite nell'assoluta ricchezza, bevendo Champagne di alta qualità ogni giorno in un attico pieno di opere d'arte" - ha affermato Hubert Herring, giornalista del New York Times.