Perché gli anti-trust vogliono fermare la nuova strategia di Amazon

Perché gli anti-trust vogliono fermare la nuova strategia di Amazon
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L'e-commerce di Jeff Bezos non sarà più un'arena neutra dove i produttori possono concorrere in condizione di parità vendendo la propria merce. Il motivo? Ora anche Amazon vende i suoi prodotti, diventando allo stesso tempo arbitro delle regole (e dell'algoritmo) del sito, e suo attore interno, con una gamma di 135 sub-brand di proprietà.

Detersivi, prodotti alimentari, articoli per la casa, vestiti: Amazon è passata al contrattacco diventando a sua volta produttore e competitor nella vendita di beni all'interno del suo stesso marketplace. 135 i brand creati negli anni per vendere i suoi prodotti sul sito, 332 quelli di aziende terze con cui Amazon ha stretto un accordo di esclusiva.

La beffa è che, quello di Amazon, è un modello che si regge grazie al lavoro e agli sforzi delle aziende che hanno venduto prodotti sul suo sito nel corso degli anni, e che ora vedranno le loro quote di mercato faticosamente conquistate divorate in poco tempo. Anni di raccolta e analisi dei dati per capire quali settori, quali prodotti, e quale nicchie sono le più remunerative, in modo da scegliere oculatamente la strategia di vendita.

Una cosa che non è piaciuta ai regolatori di tutto il mondo, che temono un abuso di posizione dominante da parte di Amazon.

In India una nuova riforma vuole espressamente vietare ad e-commerce come quello di Amazon di vendere anche prodotti con il proprio brand sulla propria piattaforma, in modo da obbligarli ad ospitare solo quelli delle aziende terze.

In Europa il membro della Commissione Margrethe Vestager ha già avviato un'indagine preliminare sull'utilizzo dei bigdata alla base della nuova strategia commerciale di Amazon. La Germania è partita spedita per i conti suoi, investigando sulle condizioni imposte ai rivenditori terzi, nel tentativo di capire se esiste un abuso di posizione dominante.

Negli Stati Uniti sono, invece, gli esponenti della sinistra all'interno del Partito Democratico ad essere i più critici, come la Warren che ha detto che Amazon dovrebbe scegliere il suo business: "o fornisci la piattaforma, o competi al suo interno". E sarà proprio negli Stati Uniti la partita più difficile, perchè le norme sulla concorrenza proibiscono queste pratiche commerciali solo se c'è un danno per i consumatori, e questo ovviamente dovrà essere provato.