Ecco perché nel medioevo era comune mangiare i cadaveri

Ecco perché nel medioevo era comune mangiare i cadaveri
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Se pensate, come succede a tanta gente, che molti dei farmaci che ci vengono prescritti al giorno d’oggi siano potenzialmente mortali, pensate a quello che le persone che vissero nel medioevo sono state costrette a sperimentare: agenti curativi a base di terra, sterco di coccodrillo e molto altro.

Gli annali della storia medica medievale sono pieni di sostanze che ci farebbero rabbrividire. Eppure la gente credeva fermamente in queste cure e le prendeva volentieri quando venivano prescritte da un medico del Medioevo.

Mentre possiamo ridere o rabbrividire davanti a queste pozioni e strani unguenti, dobbiamo anche tenere a mente che molti, se non la maggior parte dei farmaci del tempo (perlopiù erbe e spezie), contenevano fitonutrienti essenziali come vitamine e minerali che senza dubbio hanno aiutato la capacità del corpo di guarire.

La medicina moderna non prescrive più cadaveri in polvere, ma fa uso di parti del corpo umano, anche se di questi tempi si tratta di trapianti di organi e trasfusioni di sangue. L'uso di cadaveri umani come medicinale risale all'antichità e si trattava di una pratica molto comune.

Gli egiziani, per esempio, hanno generato la pratica delle mummie dai cadaveri ed hanno usato le mummie in polvere come medicine, abitudine ancora in voga nel XIX secolo. I romani bevevano il sangue e mangiavano gli organi dai gladiatori appena morti, poiché ritenevano che lo spirito della persona sarebbe stato trasferito al paziente.

I medici medievali prescrivevano anche parti del corpo di persone morte come cure mediche: molte ossa, essiccate e in polvere, sono state usate ad esempio per trattare il mal di testa, l'apoplessia e l'epilessia. In tempi successivi, il re Carlo II d'Inghilterra creò un tonico dal cranio ridotto in polvere e mescolato con dell’alcol noto come “le gocce del re”.