Ecco perché si piantano sempre i girasoli dopo i disastri nucleari

Ecco perché si piantano sempre i girasoli dopo i disastri nucleari
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Sia dopo il terribile disastro di Chernobyl che dopo quello di Fukushima, vennero piantati milioni di girasoli. Ebbene sì, a quanto pare questi bellissimi fiori hanno delle ottime capacità contro le radiazioni. Oggi vedremo come e perché.

"Piantiamo girasoli, senape da campo, amaranto e creste di gallo, che si ritiene assorbano le radiazioni", dichiarò a Reuters Koyu Abe, capo monaco de tempio buddista di Joenji, pochi mesi dopo il disastro di Fukushima. "Finora abbiamo coltivato almeno 200.000 fiori… e distribuito molti più semi. Da qui sono nati almeno 8 milioni di girasoli in fiore a Fukushima”.

Sono tanti gli studi che sottolineano la capacità dei girasoli di "assorbire" le radiazioni. "I girasoli sono ottimi per assorbire alcuni isotopi radioattivi", spiegò lo scienziato del suolo Michael Blaylock in un'intervista del 2011. "Alcune delle ricadute dell'incidente di Chernobyl siamo stati in grado di affrontarle piantando girasoli nelle aree colpite".

Si tratta di una tecnica naturale chiamata "fitorisanamento" in cui vengono utilizzate alcune piante che sono in grado di fitoestrarre metalli pesanti e indurre la degradazione di composti in terreni contaminati. Piantare girasoli a Chernobyl ha funzionato. Dopo il disastro, infatti, il suolo e l'acqua erano carichi di elementi radioattivi, come il cesio e lo stronzio.

Questi due elementi sono molto "simili" alle sostanze di cui si nutre il girasole: il cesio imita il potassio e lo stronzio il calcio; elementi che il vegetale utilizza rispettivamente per la fotosintesi e per supporto strutturale.

I girasoli, inoltre, sono molto pratici da utilizzare e sono ideali per un lavoro di "pulizia nucleare". Il motivo è semplice: crescono rapidamente, facilmente e ovunque. Cosa ancor più importante è che immagazzinano la maggior parte della loro biomassa nelle foglie e negli steli, quindi il materiale radioattivo assorbito dalle piante può essere smaltito senza dover estirpare le radici.

Sfortunatamente, nonostante il successo di Chernobyl, gli sforzi di fitodepurazione a Fukushima alla fine sono stati considerati un fallimento.