Ecco perché la sabbia non si attacca ai giocatori di pallavolo olimpici

Ecco perché la sabbia non si attacca ai giocatori di pallavolo olimpici
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Le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono finite, ma le curiosità legate all'evento non si esauriscono. Vi sarà capitato infatti, proprio mentre vedevate la competizione mondiale, di osservare gli atleti che si stavano sfidando nella pallavolo. Come mai la sabbia non si attaccava ai giocatori? Nessun superpotere, soltanto conoscenza dei materiali.

I granelli di sabbia, che sono molto fastidiosi, tendono ad attaccarsi alla nostra pelle quando è presente l'acqua, attraverso minuscoli ponti liquidi tenuti insieme dalla tensione superficiale. Nulla di strano, insomma. Tuttavia, la sabbia scelta per la competizioni ufficiali delle Olimpiadi è progettata per avere un eccellente drenaggio, che riduce al minimo il contenuto d'acqua.

Potrebbe non sembrare, ma la Federazione Internazionale Pallavolo (FIVB) ha specifiche molto severe per la sabbia, che deve essere setacciata in modo che non sia né "troppo grossa" né "troppo fine", così per evitare che si attacchi alla pelle. I granelli di sabbia, infatti, devono avere dei bordi perfettamente arrotondati, così da aiutare il flusso e il drenaggio.

Altre curiosità legate alle Olimpiadi? Ecco quando, perché e dove è nata la competizione che esiste da più di un millennio. Inoltre, nonostante potesse sembrare un luogo estremamente sicuro, diversi atleti sono morti durante l'evento in incidenti davvero terribili. Mentre ultimamente si sta sentendo sempre di più parlare di "Doping Tecnologico", ecco cos'è.