Ecco perché per noi l' "Uomo-scimmia" è impossibile: ma per i nostri figli forse no

Ecco perché per noi l' 'Uomo-scimmia' è impossibile: ma per i nostri figli forse no
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Il DNA è la macromolecola che permette ai viventi di tramandare le caratteristiche genetiche alla progenie. Oltre a regioni codificanti, presenta porzioni denominate “satellite”, che svolgono cruciali funzioni regolative. Un team di biologi ha identificato le funzioni di queste regioni, implicate nell’incompatibilità riproduttiva tra specie.

Secondo uno studio, guidato dai ricercatori Madhav Jagannathan e Yukiko Yamashita, il DNA satellite, costituito da sequenze nucleotidiche ripetute, potrebbe essere la causa della mancata o inefficace riproduzione interspecie.

Dalle analisi appare evidente che questa tipologia di DNA è fondamentale nei processi di ritenzione dei cromosomi all’interno del nucleo cellulare e per la compattezza strutturale degli stessi. Il meccanismo sembra, inoltre, essere coadiuvato da proteine specifiche, leganti queste porzioni di DNA, le quali mantengono stabile la struttura dei cromosomi.

"Proponiamo un quadro unificante che spieghi come la divergenza del DNA satellite ampiamente osservata tra specie, strettamente correlate, possa causare l'isolamento riproduttivo", affermano gli autori dello studio.

Inoltre, gli scienziati, valutando le implicazioni evolutive di tale materiale genetico, hanno individuato la sua potenziale determinanza nei meccanismi di mutazioni genetiche coinvolte nella speciazione(meccanismo descritto dalle teorie di Darwin).

Analizzando le specie di primati, è ben nota la similarità genetica tra uno degli esponenti delle grandi scimmie, lo scimpanzè, e l’essere umano. In questo caso, però, queste affinità sono correlate al materiale genetico codificante, mentre il DNA satellite presenta una marcata diversità.

Nello studio sono stati effettuati esperimenti di ibridazione tra due specie di moscerini della frutta(insetti capaci di provare dolore): Drosophila melanogaster e Drosophila simulans. Queste specie presentano molte affinità per quanto riguarda il DNA codificante, ma hanno forti divergenze nel materiale genetico satellite. Incrociandole, tramite gli esperimenti effettuati, il risultato ha prodotto degli ibridi sterili e impossibilitati a sopravvivere. Questi effetti negativi si sono manifestati a causa della mancata compattazione nucleare dei cromosomi, che in questo caso si frammentano, disperdendosi all’esterno della cellula.

In successivi esperimenti i ricercatori si sono resi conto che, rimuovendo dal DNA satellite delle due mosche genitrici i cosiddetti “geni di incompatibilità”, era possibile ottenere prole vitale.

L’obiettivo principe dello studio è quello di progettare una classe di proteine che attuino meccanismi di legame specifici con questo DNA satellite, di modo da preservare la locazione e la composizione strutturale dei cromosomi al verificarsi di questi incroci.

Per quanto siano entusiasti, i ricercatori informano che ci vorrà molto tempo per realizzare queste proteine innovative e dichiarano "Il nostro studio pone le basi per comprendere l'incompatibilità ibrida a livello cellulare nella Drosophila e in altri eucarioti".