Il percorso del linguaggio nel cervello umano sembra essersi evoluto prima del previsto
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Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience, la regione del cervello che ha permesso all'uomo di sviluppare il linguaggio vede le sue origini ad almeno 25 milioni di anni fa, un periodo di tempo molto più remoto della stima iniziale, collocata a circa 5 milioni di anni fa.
Confrontando le scansioni cerebrali di tre scimpanzé e tre macachi con quelle di tre uomini maschi, i ricercatori si sono concentrati sul fascicolo arcuato, un fascio di assoni cruciale per il linguaggio. Questo percorso collega la corteccia uditiva, una regione che elabora i suoni, al lobo frontale, importante per il linguaggio e la lingua.
La presenza o no di tale fascicolo nelle scimmie è un argomento molto dibattuto. Poiché gli scienziati affermano di averlo trovato nella loro nuova analisi, deve essere stato presente anche nell'ultimo antenato comune tra noi e i macachi. Si ritiene infatti che l'ultimo antenato comune tra umani e scimpanzé abbia vissuto tra 5 e 6 milioni di anni fa. L'ultimo antenato comune tra umani, scimpanzé e macachi, invece, è cinque volte più vecchio, tra 20 e 30 milioni di anni fa.
I cervelli non si fossilizzano, e la loro evoluzione viene stimata osservando somiglianze e differenze tra specie strettamente (e non) correlate. "Lo avevamo previsto, ma non sapevamo con certezza se il percorso del linguaggio umano potesse avere avuto una base evolutiva nel sistema uditivo dei primati non umani. Ammetto che siamo rimasti sbalorditi nel vedere un percorso simile nascondersi in bella vista all'interno del sistema uditivo dei primati non umani", afferma in una nota l'autore senior dello studio, Chris Petkov dell'Università di Newcastle.
Il lavoro ha anche trovato una differenza chiave: nei bambini piccoli e nelle scimmie, il fascicolo arcuato è altrettanto sottosviluppato, ma invecchiando il percorso inizia a diversificarsi. In un cervello adulto umano, l'uso del linguaggio produce due importanti cambiamenti: il lato sinistro del percorso è più forte mentre il lato destro ha più connessioni con le regioni del cervello non correlate ai processi uditivi. Ciò consente alle informazioni, in questo caso il linguaggio, di spostarsi più rapidamente tra le diverse aree del cervello.
FONTE: iflscience
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