La perdita degli ambienti naturali potrebbe inficiare ricerche sulle abilità cognitive
INFORMAZIONI SCHEDA
Cos’è la Cognizione? Ci sono varie definizioni ma, fondamentalmente, è definita come il processo di acquisizione di conoscenze e comprensione attraverso i pensieri, i sensi e l’esperienza.
La Cognizione è quindi strettamente legata alla mente, al ragionamento, all’apprendimento e all’intelligenza.
Per gli umani la Cognizione ci ha permesso di conquistare lo spazio e le stelle, di vivere più a lungo e in buona salute combattendo le malattie; negli animali, invece, la cognizione li aiuta a trovare nuove fonti di cibo (ricordiamo, per esempio, la scimmia che mangia le formiche immergendo in un formicaio un bastoncino di legno, divorando poi gli insetti attaccati sul legnetto) e custodirlo.
Un metodo per comprendere meglio l’evoluzione, i cambiamenti delle abilità cognitive è quello di studiare le prestazioni cognitive osservando specie strettamente correlate tra di loro e confrontarle per capire, così, quali sono state le pressioni evolutive che hanno contribuito alla selezione di questa abilità piuttosto che un’altra.
Una ricercatrice di nome Karline Janmaat descrive una serie di approcci diversi per spiegare come si possono svolgere questi studi prendendo come punto di riferimento i primati.
La Janmaat afferma, per prima cosa, che la scienza basata sull’osservazione in campo delle abilità cognitive potrebbe essere migliore di quella in cattività, pur non affermando che la ricerca in cattività sperimentale non sia importante.
Se si vuole capire, continua la dottoressa, l’evoluzione della cognizione e dell’intelligenza umana dobbiamo studiare non solo se i nostri parenti più stretti usano o non usano determinate abilità cognitive, ma anche le condizioni in cui gli animali impiegano queste abilità nella loro lotta quotidiana per la sopravvivenza nel loro habitat.
Per esempio, in natura la mappatura spaziale è molto più sviluppata che in cattività perché l’ambiente naturale è sicuramente più ampio e più complesso, ricco di molte interazioni.
L’urgenza di approfondire gli studi in natura deriva dal fatto che gli ambienti naturali stanno lentamente scomparendo a causa della deforestazione e dei cambiamenti climatici.
Negli studi sul comportamento, poi, viene data la priorità alla registrazione dei comportamenti che l’animale bersaglio svolge: per esempio, quante volte visita una fonte di acqua o di cibo, il tempo che passa a mangiare, di quali compagni e membri del gruppo si circonda, ma non vengono mai registrate le azioni che l’animale non esegue.
Per esempio, perché non si avvicina più ad un albero che l’anno prima usava come fonte di cibo quando non riesce a trovare sostentamento e compagni, o ancora perché non raccoglie uno strumento piuttosto che l’altro.
Attraverso lo studio di tutti questi piccoli fattori si può giungere ad una maggiore conoscenza delle capacità cognitive del mondo animale.
FONTE: Phys.Org
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