I pesci distinguono i colori meglio degli esseri umani: è davvero possibile?

I pesci distinguono i colori meglio degli esseri umani: è davvero possibile?
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La visione rappresenta una delle doti più importanti degli esseri viventi. Anche se i colori non esistono allietano gli occhi e i cervelli di chiunque si sia evoluto per percepirli. Siamo abituati a considerare l'uomo come apice della visione, ma un team di ricerca ha scoperto che i pesci potrebbero distinguere i colori meglio degli esseri umani.

L’equipe di ricerca dell’Università del Sussex, guidata dal neuroscienziato Tom Baden, ha individuato uno sviluppo più efficiente e semplice, riguardo l'analisi e la distinzione dei colori dalla gamma di grigi, nei vertebrati non appartenenti ai mammiferi.

I ricercatori, approfondendo le caratteristiche del pesce zebra, hanno scoperto le sue incredibili doti di discernimento cromatico tra le diverse lunghezze d’onda dello spettro visibile. Secondo un recente studio il pesce zebra riesce a prevedere il futuro per sfuggire ai pericoli.

"I pesci zebra, a differenza degli umani, hanno quattro tipi di fotorecettori cono, neuroni specializzati nella retina che rispondono alla luce. Questi quattro tipi sono spesso chiamati rosso, verde, blu e UV. L'assunto è che ognuno dovrebbe fare quello che dice sulla scatola: il rosso dovrebbe rispondere alla luce rossa, il verde alla luce verde e così via. Tuttavia, abbiamo scoperto che non è così" ha affermato Baden.

I primi test hanno valutato la “sintonizzazione del colore” dei fotorecettori della specie. I risultati hanno permesso di scoprire l’abilità del pesce zebra di interpretare i colori con un meccanismo molto più semplice di quello umano.

"In relazione ai principi di base, la visione dei colori richiede circuiti visivi per districare la luminosità dalle informazioni sul colore. In natura, questi sono intrecciati, quindi districarli non è un compito banale, che in alcuni casi può richiedere molti neuroni" e continuando “Negli esseri umani, alcuni di questi sono distribuiti su tutti gli occhi e il cervello in modi difficilmente comprensibili. Al contrario, i pesci zebra risolvono questo problema di base da soli il più presto possibile, nella sinapsi dei fotorecettori stessi" spiega lo stesso Baden.

Per quanto riguarda i mammiferi, i ricercatori fanno notare che, durante il periodo di dominanza dei dinosauri, questi abbiano prediletto abitudini notturne. Ciò ha indotto una perdita di gran parte dei fotorecettori, portando i mammiferi ad un tipo di visione dicromatica, ovvero basata su due soli colori.

Durante i processi di evoluzione dei progenitori dei primati, è stata riacquisita una visione tricromatica con meccanismi molto più complessi e deputati all’azione del cervello, implicando l’apprendimento delle capacità di distinzione cromatica nel periodo dell’infanzia.

"Il nostro studio mostra che i vertebrati come il pesce zebra, e presumibilmente la maggior parte dei vertebrati non mammiferi come altri pesci, uccelli, rettili e anfibi, possono effettivamente risolvere questo fondamentale "puzzle dei colori" proprio alla prima sinapsi della visione, gli umani sono bloccati con questa strategia di 'knock-off' eccessivamente complicata a causa dei primi antenati dei mammiferi", ha concluso Baden.