Queste piante carnivore emettono un loro campo magnetico misurato per la prima volta

Queste piante carnivore emettono un loro campo magnetico misurato per la prima volta
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Per la prima volta un gruppo di scienziati è riuscito a misurare il campo magnetico, emesso a seguito di un impulso elettrico, di una pianta carnivora mentre intrappola un insetto all'interno dalle sue foglie.

Per questo studio è stata analizzata una pianta carnivora unica nel suo genere e molto ben conosciuta: la Dionaea muscipula, comunemente nota come Dionea oppure come Venere acchiappamosche. La pianta, per chi non lo sapesse, ha due foglie molto larghe che formano una specie di bocca. Quando un insetto si posa su queste foglie modificate stimola dei piccoli peli tattili presenti sulla superficie mentre cellule specializzate inviano un impulso elettrico verso altre cellule modificate che si riempiono di acqua e chiudono la “bocca”, intrappolando così l’insetto al suo interno che viene poi digerito, con comodo, dalla pianta. Queste piante carnivore, a causa di un suolo povero di azoto, si sono evolute come spietate predatrici di insetti per sopperire alle mancanze nutritive.

Ed è così che studiosi dell’Università Johannes Gutenberg di Magonza hanno deciso di misurare il campo magnetico generato dalla pianta quando un insetto si posa sulle sue foglie modificate. Proprio come avviene negli animali gli impulsi elettrici generano dei campi magnetici che possono essere misurati. In queste piante, però, i campi magnetici sono molto deboli e ci vogliono sofisticati sistemi per misurarli. Tuttavia, utilizzando dei magnetometri atomici, gli scienziati sono riusciti a misurare questo debole campo magnetico generato dalla pianta per la prima volta.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista e, come ci dicono gli scienziati, l’ampiezza di segnale registrato è molto simile a quella che si rileva misurando gli impulsi nervosi delle cellule animali. Più in generale, gli scienziati dello studio pensano che molte altre piante emettano campi magnetici rilevabili, anche se ancora più deboli di quelli delle dionee, e questi campi possono essere emessi a seguito di malattie, stress della pianta o stati alterati. La misurazione dei campi, quindi, potrebbe essere, in futuro, uno strumento non invasivo per capire lo stato di salute delle piante nelle colture.