Questi piccoli pesci hanno sviluppato una pericolosa strategia per eludere gli attacchi
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Uno studio mette in luce un comportamento molto particolare da parte dei Guppy, piccolissimi pesci, che incitano i predatori ad attaccarli sul capo per poi, all’ultimo istante, evitarli e fuggire via.
I Guppy, così vengono chiamati comunemente gli esemplari appartenenti alla specie Poecilla reticulata, sono dei piccolissimi pesci che vivono nelle acque del Sud America, non certo famosi per le loro dimensioni visto che oscillano intorno dai 3 centimetri per i maschi ai 6 centimetri delle femmine. Tuttavia, gli scienziati dell’Università di Bristol hanno studiato queste creature ed hanno notato un comportamento di difesa dai predatori molto particolare. Essendo estremamente piccoli, sono facili prede di predatori molto più grandi di loro. Eppure questi pesci hanno elaborato una strategia difensiva molto particolare che prevede di attirare il predatore verso un punto specifico per poi evitare, all'ultimo, l’attacco.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Current Biology e ci spiega che questi piccoli animali spingono il predatore ad attaccare un determinato punto del loro corpo: il capo. Lo attirano in un modo semplice, facendo diventare il loro occhio completamente nero così che spicchi sul resto del corpo. Il predatore, attirato dall'intenso colore nero, attacca quindi la zona della testa del piccolo guppy, puntando all'occhio e non al corpo. Questo comportamento potrebbe apparire poco furbo perché la testa è molto più vulnerabile ma, in verità, al momento dell’attacco, con una rapida torsione del corpo, il pesciolino riesce ad evitare facilmente l’attacco del predatore che rimane così a bocca asciutta. Questi evita dunque l’attacco, muovendosi ad una velocità molto elevata tanto che, per poterlo studiarle, gli scienziati si sono serviti di una telecamera per riprese ad alta velocità.
Sembra che questa strategia di incitare il predatore ad attaccare una determinata zona, il capo, del corpo dell’animale possa apparire pericolosa e controproducente, ma in questi ingegnosi pesciolini sembra funzionare perfettamente. Alla luce di ciò, i ricercatori si chiedono se altri pesci non usino la stessa tecnica visto che molte specie che vivono tra i flutti marini hanno occhi vistosi, colorati, facilmente riconoscibili.
FONTE: IFL science
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