Un piccolo riassunto sulla leggendaria Biblioteca di Alessandria

Un piccolo riassunto sulla leggendaria Biblioteca di Alessandria
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Circa un milione di testi vennero catalogati e copiati all'interno della Grande Biblioteca di Alessandria; fondata nel III secolo a.C. e distrutta in epoca tardo romana. Alcuni storici discutono ancora sulla sua effettiva esistenza, domandandosi spesso sui testi che erano contenuti al suo interno e sulla sua rovinosa fine.

Progettata dall'architetto di Alessandro Magno, Dinocrate, Alessandria presentava un'architettura monumentale, un grande porto, il famoso faro e la Grande Biblioteca. In questo luogo i greci coesistevano insieme a egiziani, persiani, ebrei, indiani e, infine, anche romani. La prima prova testuale che abbiamo su questo luogo ricco di conoscenza, viene dal 2° secolo a.C., nella Lettera di Aristea.

La lettera è stata presumibilmente scritta da un funzionario alla corte di Tolomeo II Filadelfo. Gli autori successivi che scrivono in epoca romana, Strabone e Plutarco, collocano l'origine della biblioteca durante il regno di Tolomeo I. A continuare ad impolpare le collezioni della Biblioteca fu Tolomeo III (280-222 a.C.), aggiungendo numerosi testi.

Si dice che la Biblioteca di Alessandria non avesse eguali ed erano presenti - secondo quanto si dice - da 40.000 rotoli a 1.000.000 di testi. Una novità incredibile per l'epoca fu la scelta di mettere "pubblica" la biblioteca, rendendolo un luogo simile a un'università (e punto di incontro di studiosi). Ovviamente, gli incidenti non sono certo mancati e uno di questi fu attribuito a Giulio Cesare.

Cesare arrivò ad Alessandria mentre infuriava una guerra civile fra Tolomeo XIII (62-47 a.C.) e sua sorella maggiore Cleopatra VII (69-30 a.C.). Mentre in Egitto, le forze di Tolomeo XIII assediarono Cesare e le sue truppe al porto di Alessandria. Cesare ordinò ai suoi uomini di dare fuoco alla flotta di Tolomeo XIII. I venti diffusero le fiamme dal porto, nei magazzini e forse anche in città... fino ad arrivare alla biblioteca.

Diversi altri episodi della distruzione della Biblioteca sono stati ipotizzati nella tarda antichità o nel tardo impero romano. Con l'avvento del cristianesimo, infatti, il luogo dov'era contenuto tutto lo scibile umano divenne un deposito di conoscenze secondarie rispetto ai fattori più critici della fede, diventando, pian piano, sempre più vittima di abusi e conflagrazioni.