Fossile di un mammifero di 165 milioni è l'anello mancante della storia evolutiva
Una specie di piccolo roditore vissuta 165 milioni di anni fa rappresenta l’anello mancante nell’evoluzione di un piccolo ma importantissimo osso: lo ioide.
Il piccolo roditore in questione si chiama Microdocodon gracilis e sembra sia vissuto 165 milioni di anni fa in quella che oggi è la Cina. L’animaletto, un mammifero, è un topo di pochi centimetri di altezza per un peso che si aggirava intorno ai 6-7 grammi.
A rendere il fossile tanto interessante non sono le sue dimensioni piccolissime e neppure il fatto che sia vissuto milioni di anni fa ma, è importante, per un piccolo ossicino: l’osso ioide.
L’osso ioide è un osso estremamente importante per l’acquisizione di cibo e quindi per il nostro sostentamento. Grazie ad esso l’organismo riesce a regolare un azione di vitale importanza: la deglutizione.
Strutturalmente l’osso ioide ha la forma di una U con dei legamenti che lo ancorano al cranio. Esso è una peculiarità dei mammiferi che solitamente ingoiano il cibo solo dopo averlo trasformato in grumi. A differenza, per esempio, di altri vertebrati che invece, sprovvisti dell’osso ioide, ingoiano i bocconi interi.
Nonostante vi siano differenze estreme tra i regimi alimentari dei mammiferi (insetti, carne, vegetali, ecc…), l’osso ioide è rimasto sempre presente nell’evoluzione perché tutti i mammiferi, a discapito di ciò che mangiano, devono masticare e deglutire.
L’osso ioide, durante milioni di anni, si è evoluto ed ha assunto la forma che ora gli scienziati conoscono. Non vi è dunque stupirsi, quindi, se l’osso ioide nel Microdocodon, all’inizio, rappresentasse un mistero in quanto molto diverso dall’osso ioide moderno.
Fu grazie all’intuizione di Chang-Fu Zhou del Museo Paleotologico di Liaoning, in Cina, che l’osso venne chiaramente identificato come una forma ancestrale del moderno osso ioide.
Osservare l’evoluzione di una specie, o di uno specifico osso, è come vedere un film. Ogni fotogramma rappresenta una modificazione, impercettibile, ma che vista in sequenza può apparire come qualcosa di organico e chiaro. Sfortunatamente molti di questi “fotogrammi” ancora sono mancanti e solo la ricerca e lo studio dei fossili può aiutarci a ricostruire la storia evolutiva di tutte le creature che ci circondano.
FONTE: ScienceDaily
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