Pixie rende possibile l'utilizzo di oggetti reali al posto delle password

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Secondo uno studio condotto dall’Università della Florida, presto i vari sistemi di autenticazione a due fattori potrebbero richiedere immagini reali per effettuare il login nei principali servizi web. Lo ha rivelato Bloomberg, che cita proprio la nuova tecnologia sviluppata dall’Università.

La soluzione si chiama Pixie, e per essere utilizzato richiede un oggetto fisico segreto come un libro o un fermacarte, da fotografare con un dispositivo mobile, in modo tale da creare una fotografia di riferimento da utilizzare poi successivamente come password segreta.

Ciò vuol dire che, se si desidera utilizzare l’autenticazione a due fattori, basterà inquadrare l’apposito oggetto con la fotocamera di un qualsiasi dispositivo per verificare la propria identità.

Pixie è codificato per avvisare gli utenti se le immagini sono di bassa qualità, ma è chiaro che c’è un margine di manovra. Ad esempio gli oggetti saranno riconosciuti anche in condizioni di scarsa luminosità.

Questo sistema consente quindi di utilizzare token fisici per autenticare i dati di accesso, ma a differenza di quelli che possono essere acquistati in qualsiasi negozio, non si dovrà inserire nulla nella porta USB, ma si potranno utilizzare anche vecchi oggetti.

Lo studio sostiene che potenzialmente si può utilizzare Pixie su qualsiasi dispositivo con una macchina fotografica, ed è stato testato su Android utilizzando tatuaggi, orologi e portachiavi. Al momento però non ci sono piani per un eventuale approdo sul mercato.

Pixie rende possibile l'utilizzo di oggetti reali al posto delle password