La poena cullei è la punizione più crudele e insolita mai immaginata

La poena cullei è la punizione più crudele e insolita mai immaginata
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Nel corso dei secoli, l’uomo ha continuato a sviluppare nuovi mezzi di tortura: il salto dalla ghigliottina alla sedia elettrica non è assolutamente breve. Oggi vi raccontiamo di un supplizio che troppo spesso passa in sordina nei libri di storia, probabilmente per l’eccessiva crudeltà che lo contraddistingue.

La poena cullei è un termine latino traducibile in “punizione del sacco” ed era destinata a coloro che si macchiavano di parricidio, ovvero l’atto di uccidere il proprio genitore.

La pena del parricidio, come prescritto dai nostri antenati, è che il colpevole sia battuto con verghe macchiate del suo sangue, e poi sia ricucito in un sacco con un cane, un gallo, una vipera e una scimmia, e la borsa gettata nelle profondità del mare”, avrebbe scritto Erennio Modestino, noto giurista romano del III secolo d.C.

Proprio così: la poena cullei prevedeva l’introduzione del criminale in un grande sacco successivamente cucito, insieme a un cane, una scimmia, un pollo e un serpente. Il tutto si conclude con l’abbandono della trappola mortale in un fiume. Insomma, i romani, ricorrendo a questa macabra pratica, avevano la certezza che il condannato sarebbe morto per annegamento, a causa della forza bruta di uno scimpanzè o per il morso di un serpente.

Tuttavia, oggi non abbiamo nessun elemento archeologico che faccia luce sulla pratica: immaginate che sorpresa se un gruppo di studiosi si imbatte in una vecchia sacca con dentro lo scheletro di un uomo e della sua compagnia selvaggia. Tutto ciò che sappiamo è grazie alle fonti scritte, di dubbia veridicità.

La descrizione citata poc’anzi di Modestino, ad esempio, proviene da un libro di storia del diritto pubblicato nel 1932. Questo fa riferimento a un riassunto ordinato dall'imperatore Giustiniano nel VI secolo d.C., 200 anni dopo la scomparsa del giurista. Tra traduzioni e narrazioni dislocate in termini temporali, bisogna prendere queste informazioni con le pinze.

[William Hogarth/Wellcome Collection]