È possibile che i nostri amici a quattro zampe non ci comprendano del tutto?
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I cani sono senza dubbio tra gli animali più intelligenti e fedeli esistenti in natura: etichettati come "i migliori amici dell'uomo", hanno l'innaturale capacità di diventare degli onnipresenti compagni di vita. Nonostante la loro sintonia con l'uomo, però, potrebbero non percepire proprio tutto quello che "diciamo".
Una nuova ricerca suggerisce che i cani potrebbero non comprendere molte parole, più di quelle che immaginiamo in realtà. Nonostante siano dotati di un eccellente udito e la capacità di analizzare ed elaborare i diversi suoni del linguaggio umano, il nuovo studio condotto dai ricercatori della Eötvös Loránd University di Budapest indica che per i cani è molto difficile carpire le differenze tra parole di pronuncia simile.
"Sebbene i cani abbiano notevoli capacità di cognizione sociale e comunicazione, il numero di parole che imparano a riconoscere rimane in genere molto basso", spiegano i ricercatori, "La ragione di questa capacità limitata non è ancora chiara".
Per sondare queste limitazioni nel vocabolario uditivo, i ricercatori hanno condotto un esperimento su oltre quaranta cani, misurando la loro attività cerebrale in laboratorio, usando dei metodi non invasivi tramite alcuni elettrodi elettroencefalografici (EEG) attaccati al cuoio capelluto. Durante il collegamento alle strumentazioni, ai cani venivano riferite gruppi di tre parole diverse ma foneticamente molto simili tra loro: potevano essere istruzioni classiche (come "sit", "seduto") o parole senza alcun senso logico (come "bip").
Nel complesso, l'esperimento ha riportato i risultati secondo cui i cani non sono in grado di distinguere tra le istruzioni familiari e termini privi di senso dal suono simile. I ricercatori hanno tenuto a precisare che - secondo loro - tale limitazione non è dovuta a un deficit percettivo - dato che i canidi hanno dimostrato a più riprese le loro doti di comprensione del linguaggio umano - ma potrebbe essere causato dal modo "diverso" con cui gli animali si focalizzano sulle parole (e sul suono in generale).
Anche i bambini piccoli sotto i 14 mesi, per esempio, non riescono a discriminare tra parole dal suono molto simile ma in seguito imparano a distinguere i lievi cambiamenti nella fonetica, acquisendo quel pilastro fondamentale della capacità umana di possedere e "creare" una vasta gamma di vocaboli. Sembra che i cani non superino questo ostacolo, e che semplicemente non prestino attenzione a tutti i suoni del discorso che compongono le parole.
Amiconi scodinzolanti e sempre pronti a farci le feste, eppure per loro potremmo essere più noiosi di quel che ci piace pensare.
FONTE: Sciencealert
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