Produzione di chip, l'UE è indietro: rischia di mancare gli obiettivi del 2030

Produzione di chip, l'UE è indietro: rischia di mancare gli obiettivi del 2030
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Mentre negli Stati Uniti il CHIPS Act cambia la produzione di semiconduttori a livello nazionale e globale, pare che l'Eurozona sia rimasta decisamente indietro rispetto ai "cugini d'America" in termini di sovvenzioni e finanziamenti per i chipmaker.

In realtà, l'UE ha approvato un Chips Act già nel mese di febbraio 2022, lasciando pensare che, per una volta, il Vecchio Continente avrebbe anticipato il Nuovo Mondo in un settore strategico. Al contrario, nelle scorse ore il CEO di NXP Semiconductors Kurt Sievers ha spiegato che l'UE sarebbe rimasta molto indietro nella corsa ai chip rispetto a Washington, rischiando di mancare gli obiettivi auto-imposti dal Chips Act

Nello specifico, Sievers, che dirige uno dei maggiori chipmaker europei, ha spiegato che "abbiamo calcolato che sarebbero necessari circa 500 miliardi di Euro di investimenti in Europa nella produzione di chip nei prossimi anni per raggiungere l'obiettivo dell'EU Chips Act, che prevedere che l'Eurozona raggiunga il 20% del mercato dei chip entro il 2030". Insomma, le possibilità sembrano essere due: o l'obiettivo stabilito da Bruxelles è troppo ambizioso, oppure i fondi necessari a conseguirlo sono in ritardo.

Pare in realtà che il problema sia proprio l'obiettivo troppo ambizioso che l'UE si è imposta con l'atto dello scorso febbraio: l'EU Chips Act ha previsto stanziamenti per 43 miliardi di Euro, contro gli oltre 500 miliardi necessari secondo i calcoli di NXP Semiconductors. Il denaro disponibile sarebbe meno di un decimo di quello necessario, dunque: una cifra decisamente troppo bassa anche solo per sperare di avvicinarsi ad un market share del 20% nel settore dei chip entro il 2030.