Produzione da record di semiconduttori in Cina: si risponde alla crisi dei chip

Produzione da record di semiconduttori in Cina: si risponde alla crisi dei chip
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La crisi globale di chip nelle ultime settimane sembrava destinata a peggiorare a causa dell’aumento dei tempi di consegna e produzione, eppure gli ultimi dati raccolti in Cina in merito alla produzione di circuiti integrati sono positivi: a luglio 2021 è stata raggiunta quota 31,6 miliardi di unità prodotte, un nuovo record mensile.

Gli ultimi report di South China Morning Post parlano chiaro: la domanda è in aumento vertiginoso e a soffrirne particolarmente è l’industria automotive, con un calo nella produzione pari al 15,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ciononostante, la suddetta quota di chip prodotti raggiunta dall’industria del Dragone è segno della volontà di riprendersi.

Secondo i dati del National Bureau of Statistics, i produttori cinesi di semiconduttori finora nel 2021 hanno prodotto ben 203,6 miliardi di chip, per un aumento del 47,3% anno su anno, tutti necessari per settori che vanno dalla detta industria automotive all’elettronica di consumo. Un’impresa certamente non da poco che rappresenta chiaramente la voglia del governo cinese di restare la potenza leader nella produzione dei chip stessi.

I problemi certamente non mancano: la domanda cresce sempre di più e l’offerta continua comunque a scarseggiare, con aziende come Semiconductor Manufacturing International Co. (SMIC) che sono ancora alla ricerca dell’attrezzatura necessaria per espandersi, un processo reso particolarmente complesso dalle restrizioni attuate dagli Stati Uniti nei confronti di moltissimi produttori cinesi.

Sebbene i segnali siano quindi positivi, non lo sono abbastanza da permetterci di tirare un sospiro di sollievo nella speranza di una ripresa veloce. Del resto, il parere degli esperti è già noto: personalità come Pat Gelsinger, CEO di Intel, e Jensen Huang, CEO di Nvidia, ritengono che la crisi globale di chip finirà nel 2023.