Tutta la vita con un proiettile in corpo: la storia assurda di Rachel Hershman

Tutta la vita con un proiettile in corpo: la storia assurda di Rachel Hershman
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Continuiamo la nostra rubrica sulle storie impossibili, iniziata con la fanciulla che ha smesso di ruttare. Adesso vi narriamo la vicenda di Rachel Hershman, una ragazza rimasta vittima da ferita d’arma da fuoco e che oggi convive con un proiettile dentro il suo corpo.

Nell’ormai lontana primavera 2020, Rachel era in viaggio presso un’abitazione nel Wisconsin, per un motivo ben preciso: accompagnava un suo amico a cui era stato chiesto di sedare una lite tra compagni.

Purtroppo, quella che sembrava essere una “normale” discussione tra coetanei, diventò presto una tragedia. Il più esagitato tra i rissosi approfittò di un momento di calma venutosi a creare per ristabilire la tensione che arieggiava per la casa pochi istanti prima: estrasse una pistola. Rachel (da totale sconosciuta della compagine) non esitò due volte a scappare nel seminterrato di quell’abitazione e così fecero anche altre quattro persone.

L’amico di Rachel, nel frattempo, prova a calmare il ragazzo su di giri: “Ethan, lascia cadere la pistola, lascia cadere la pistola”, gli disse. Il tiratore, forse per incutere paura, decide di sparare al pavimento di legno su cui stavano discutendo animosamente… Peccato che, sotto di esso, vi erano le cinque persone che, per lo spavento, avevano deciso di allontanarsi dall’individuo armato.

Avete capito bene come andò a finire: il proiettile finì per colpire la gamba della povera Rachel, non prima, però, di aver trapassato l’osso della spalla della giovane ragazza, la quale riportò il fegato lacerato, il rene perforato e diverse costole rotte. Per fortuna, una ragazza ebbe lo scrupolo di lanciare qualche occhiata in più a Rachel, mentre gli altri, al suono della pistola, si erano dati alla pazza fuga.

La giovane venne scortata dai carabinieri presso un ospedale, dove scoprirà (solo dopo aver ripreso i sensi) che il suo polmone destro è collassato. Come se non bastasse, il proiettile che le ha causato tutti questi danni è rimasto bloccato nel suo corpo, a soli 2 cm dal midollo spinale, rendendo impossibile qualsiasi intervento di rimozione chirurgica del corpo estraneo. Dopo appena sei giorni, Rachel è tornata a casa per iniziare i percorsi di recupero.

Oggi, tra dolori acuti e frequenti incubi, spera che il proiettile possa essere rimosso in sicurezza.