E' stato provato per la prima volta l'uso di "droghe" nella società Maya
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E' notizia dell'ultima ora la strabiliante scoperta che conferma e definisce in maniera più dettagliata l'uso che le "droghe" avevano nella società Maya. Sembrerebbe, infatti, che la Washington State University sia riuscita a trovare tracce del dragoncello messicano, una spezia con effetti anche allucinogeni, dentro dei contenitori di ceramica.
Analizzando le tracce chimiche rimaste all'interno di questi oggetti peculiari, è stata riscontrata anche la presenza di due tipi di tabacco, uno usato come erba medica e uno per fumare. I loro sono nomi sono corrispettivamente Nicotiana rustica e Nicotiana tabacum.
L'antropologo Mario Zimmerman ha spiegato come la presenza di questi elementi sia da ricondurre ad un uso dei Maya del tabacco misto al dragoncello messicano per dormire o ampliare le visioni duranti i riti in cui si era soliti fumare.
Il fatto che questi reperti in ceramica, con il loro contenuto, siano stati scoperti in questo particolare periodo storico-scientifico è un bene, perché, adesso, i ricercatori hanno maggiori possibilità di poter ampliare lo studio delle erbe nel mondo antico e la loro passata funzionalità nel campo sia medico sia religioso.
In particolare, per lo studio di questi contenitori in ceramica è stata utilizzato un nuovo metodo d'analisi, brevettato dalla NSF (la National Science Foundation) americana, che permette di individuare centinaia di residui organici contenuti nei più disparati contenitori e studiarne la composizione chimica.
I due reperti presi in questione vennero trovati dallo stesso Zimmerman nella primavera del 2012, in uno scavo finanziato proprio dall'Istituto nazionale di Antropologia e Storia del Messico (di cui vi abbiamo parlato anche in questa notizia).
La scoperta, come succede tante altre volte, è stata un po' casuale. Un appaltatore, mentre conduceva il progetto di pulizia del sito, prima della costruzione di nuove case, aveva notato la presenza di evidenti tracce risalenti al periodo Maya. L'Istituto decise di ascoltare l'uomo, non consapevoli di cosa quel terreno avrebbe fruttato all'intera ricerca delle società pre-colombiane.
Mentre ci troviamo ad un punto ancora superficiale nella questione dello studio delle "droghe" nelle società antiche, il potenziale risiede solo sotto i piedi di chi abita nei luoghi interessati alla ricerca e gli studiosi che hanno partecipato alle fasi di ritrovamento dei reperti e delle sue analisi hanno dichiarato di essere più che disposti a collaborare con le autorità per approfondire la questione con altri contenitori di erbe o cibo - conservati in tutto il Messico.
FONTE: Heritage Daily
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