Qual è la differenza tra biodegradabile e compostabile?

Qual è la differenza tra biodegradabile e compostabile?
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Quando parliamo di sostenibilità ambientale dei materiali spesso confondiamo i termini biodegradabile e compostabile, assoggettandoli a semplici sinonimi. Tuttavia, il loro significato è ben distinto, promuovendo una diversa metodologia di smaltimento del materiale.

Nello specifico, i materiali biodegradabili sono composti organici scomponibili attraverso l’azione di microorganismi naturali, che riducono gli elementi costitutivi del composto in sostanze più semplici, quali acqua, metano e anidride carbonica. A tal proposito, la normativa europea stabilisce che per poter essere definito biodegradabile un prodotto deve decomporsi del 90% entro un limite di tempo di sei mesi. Diversamente, i materiali organici compostabili sono quelli che attraverso un processo di compostaggio naturale o industriale vengono trasformati in compost. Questo concime naturale è perciò il risultato della biodegradazione aerobica di rifiuti organici, ed è caratterizzato da proprietà nutritive tali da poter essere impiegato come fertilizzante biologico nell’agricoltura. I materiali compostabili sono per loro stessa natura anche biodegradabili (ma non è vero il contrario), e, sempre secondo la normativa europea, il loro processo di decomposizione deve avvenire in meno di tre mesi.

Questa distinzione trova grande importanza nel riciclo dei rifiuti, dove dovremmo investire molto impegno per evitare che entro il 2030 i nostri mari contengano 53 milioni di tonnellate di plastica. Sempreché non arrivi la computer vision per rivoluzionare il riciclo dei nostri rifiuti quotidiani.

FONTE: poloplast
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