Qual è il presidente USA più narcisista? Il tratto è legato a una pericolosa conseguenza

Qual è il presidente USA più narcisista? Il tratto è legato a una pericolosa conseguenza
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Durante la storia degli Stati Uniti si sono susseguiti molti presidenti, tutti che più o meno hanno lasciato la loro impronta sul mondo. A proposito di ciò, recentemente in un nuovo studio è stata analizzata la personalità di questi individui, trovando una pericolosa conseguenza qualora fosse stato presente il tratto narcisistico.

In poche parole, gli otto leader statunitensi che hanno ottenuto punteggi superiori alla media del tratto hanno trascorso una media di 613 giorni in guerra, mentre gli 11 presidenti meno narcisisti sono stati in guerra per "soli" 136 giorni. L'autore dello studio, lo scienziato politico al Ripon College John P. Harden, ha studiato 19 presidenti degli Stati Uniti che hanno prestato servizio tra il 1897 e il 2009.

Lyndon Johnson - 36º presidente dal 1963 al 1969 - ha ottenuto il punteggio più alto per il narcisismo, seguito da Teddy Roosevelt, Richard Nixon, Franklin Roosevelt e Bill Clinton. Nonostante Teddy Roosevelt non abbia dato il via a nessuna grande guerra, Johnson e Nixon erano al timone del paese proprio durante la guerra del Vietnam (dove gli americani volevano spaventare gli indigeni con i fantasmi).

Clinton ha trascorso solo il 3% della sua presidenza in guerra, ma ha ottenuto un punteggio relativamente alto sul suo livello di narcisismo (un tratto che sembra accomunarci tutti sempre di più). Secondo Harden questi presidenti tendevano ad avere "difficoltà a separare i propri bisogni dagli interessi statali" e spesso erano coinvolti in guerre lunghe e costose.

Dall'altra parte dello spettro abbiamo William McKinley, William Howard Taft e Calvin Coolidge, che hanno ottenuto il punteggio più basso. "I presidenti narcisisti trascorrono più tempo a preoccuparsi della propria immagine rispetto agli altri presidenti", afferma infine Harden. "Adottano anche strategie inefficaci a causa della loro eccessiva fiducia nelle proprie capacità e degli obiettivi contrastanti che derivano dal tentativo di mantenere la propria immagine di sé."