
Quando gli Alleati si dimenticarono di essere i "buoni": la Caduta di Berlino
Della Seconda Guerra Mondiale, tutti si ricordano l’invasione della Polonia, Pearl Harbor, i campi di concentramento e le due bombe atomiche. Tuttavia, meno popolare risulta essere la chiave di lettura emica della Caduta di Berlino, uno dei momenti più drammatici del conflitto mondiale.
Il 25 aprile 1945, l’Armata Rossa dell’Unione Sovietica invase la Germania e conquistò la capitale del Reich tedesco, Berlino. Nonostante le grandi imprese di liberazione e di difesa messe in atto dagli Alleati, questi non ebbero la ben che minima pietà con i civili tedeschi; anzi, furono commesse numerose atrocità, come stupri e omicidi di massa, secondo quanto raccontato dallo storico statunitense Micheal J. Hogan in “The Berlin Blockade and the Cold War: A Study in Crisis Decision-Making”.
Con una vittoria che costò circa 80.000 soldati all’Armata Rossa, i sovietici riuscirono a distruggere quasi tutta Berlino. Iconiche sono le parole pronunciate dal maresciallo sovietico Georgy Zhukov, riportate in “The Rise and Fall of the Third Reich”: “Berlino è nostra! L'abbiamo conquistata grazie al nostro coraggio e al nostro sangue”.
Purtroppo, l’euforia nata dalla conquista della capitale tedesca fece dimenticare a tutti gli Alleati (ergo, non solo i russi) che loro erano i “buoni”. Dalle memorie di Marta Hillers, raccolte nel testo “Una donna a Berlino”, circa 100.000 donne tedesche furono vittime di stupri di massa da parte delle truppe Alleate, in primis per mano dei soldati sovietici.
“Quanti sono stati su di lei? Un plotone, una compagnia forse? Una ragazza è stata trasformata in una donna, una donna trasformata in un cadavere... La madre supplica, ‘Soldato, uccidimi!’" – “Notti prussiane” di Aleksandr Solzhenitsyn.
Inoltre, questi si macchiarono di reati quali omicidi di civili tedeschi e saccheggio, secondo quanto sostenuto dallo storico britannico Antony Beevor.
La Caduta di Berlino fu un evento disastroso, anche perché colpì soprattutto quelle persone che con il nazismo e con la guerra non c’entravano nulla; tuttavia, questa è la guerra. La popolazione tedesca, oltre agli abusi, ha dovuto affrontare malattie, fame e la mancanza di beni di prima necessità. Questo evento ha sancito la fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa e ha gettato le basi per la divisione, prima ideologica e poi politica, del territorio tedesco.
È doveroso specificare che questo articolo non verte nel voler denigrare la storia russa (che annovera anche la liberazione di numerosi campi di concentramento oppure la leggendaria vittoria della battaglia di Stalingrado), bensì nel voler sottolineare quanto sia difficile categorizzare come “buoni” o “cattivi” coloro che hanno segnato gli eventi del passato.
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