Quando la CIA cercò di spiare l'Unione Sovietica con dei gatti cyborg

Quando la CIA cercò di spiare l'Unione Sovietica con dei gatti cyborg
di

Negli anni '60, durante la Guerra Fredda, emerse la figura della "spia", un agente altamente addestrato incaricato di carpire informazioni segrete dal nemico. Bene, i mezzi per ottenere informazioni erano molteplici, dalle microspie alle macchine fotografiche "segrete" ai... gatti cyborg, sì avete letto bene.

La CIA degli Stati Uniti durante questo periodo spese milioni di dollari per l'"Operation Acoustic Kitty", il progetto prevedeva vagamente l'idea di impiantare un microfono nel condotto uditivo del gatto e un piccolo trasmettitore radio alla base del suo cranio. Dotato di questo dispositivo, il felino sarebbe poi stato addestrato ad infiltrarsi per intrufolarsi nelle ambasciate sovietiche o in altri luoghi nemici.

I documenti declassificati della CIA spiegano anche che nel progetto vennero sperimentate tecniche per comandare il gatto con comandi uditivi. “Sono stati spesi molti soldi. Hanno aperto il gatto, gli hanno messo le batterie, lo hanno collegato. La coda era usata come antenna. Hanno fatto una mostruosità. Lo hanno testato e ri-testato", ha spiegato Victor Marchetti, assistente speciale del vicedirettore della CIA negli anni '60, secondo il libro del 2001 The Wizards of Langley.

Come tutti gli esperimenti del genere, i primi gatti su cui venne testato il progetto morirono prematuramente. Secondo quanto riferito, sono stati spesi milioni di dollari ma alla fine il progetto venne messo da parte.