Quando abbiamo iniziato a vestirci di nero ai funerali?

Quando abbiamo iniziato a vestirci di nero ai funerali?
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Vestirci di nero ai funerali fa parte di quegli insegnamenti mai detti offerti dalla nostra cultura. Non ci sogneremmo mai di andare ad un elogio funebre vestiti con una bella giacca magenta o turchese. Ma perché si è scelto proprio il colore nero?

Che domanda sciocca! Il nero non è nemmeno un colore, è triste ed è associato all’oscurità. Come molte delle azioni che fanno parte del nostro quotidiano, quest’usanza è in realtà il frutto di pregresse esperienze che hanno plasmato il nostro modo di vivere il lutto; ergo, il buon senso e il gusto locale lascia il tempo che trova in questo caso.

Se pensate che solo in Italia ci vestiamo di nero, vi sbagliate di grosso, dato che è una tradizione attestata anche della Germania, del Brasile, del Vietnam, della Nuova Zelanda e molti altri paesi in tutto il mondo.

Quest’usanza è un qualcosa che nasce dal nulla? O siamo semplicemente spettatori degli effetti della globalizzazione e della nostra monocultura consumistica? Coloro a cui possiamo riconoscere l’associazione del colore nero al lutto sono gli antichi romani.

Le toghe erano una forma comune di abbigliamento, dagli albori della monarchia di Roma, dal 753 a.C. fino al 200 d.C. A seconda del grado, del lavoro e degli eventi, le persone indossavano specifiche tipologie di tessuti e colori. La toga più comune era quella di lana senza tinture, mentre invece quella dai bordi rosso porpora, la toga praetexta, era di esclusività delle persone nate libere e dai dipendenti pubblici.

La toga pulla (o toga atra), invece, era caratterizzata da tinture scure e grigie: veniva indossata nelle occasioni di lutto. Secondo un articolo pubblicato su Arethusa, il celebre statista romano e oratore Cicerone avrebbe criticato un uomo dimostratosi irrispettoso a un banchetto funebre, in quanto aveva indossato la toga pulla in quell’occasione e non al funerale stesso.