Questo dispositivo contiene cellule umane e sta per andare nello spazio

Questo dispositivo contiene cellule umane e sta per andare nello spazio
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L'iniziativa "Tissue Chips in Space" cerca di comprendere meglio il ruolo della microgravità sulla salute e sulle malattie umane, e di tradurre tale conoscenze in un miglioramento (e perchè no, un prolungamento) della vita umana sulla Terra. L'immagine del dispositivo in questione è disponibile in alta definizione all'interno della news.

Nella foto, disponibile in calce, è visibile un piccolo dispositivo che contiene cellule umane in una matrice 3D: Questo piccolo oggetto è un enorme passo avanti per gli scienziati che cercano di osservare come le cellule umane rispondono a stress, farmaci e mutazioni genetiche. Ha circa le dimensioni di una pen drive ed al suo interno vi sono dei frammenti di tessuto umano. Verrano testati in microgravità a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (anche detta ISS), e l'intera operazione è stata pianificata attraverso una collaborazione tra il Centro nazionale per lo sviluppo delle scienze della traduzione (NCATS) presso il National Institutes for Health (NIH) ed il Centro per l'avanzamento della scienza nello spazio (CASIS) in collaborazione con la NASA.

"Il volo spaziale causa molti cambiamenti significativi nel corpo umano", ha detto Liz Warren, ricercatrice associata al programma CASIS. "Ci aspettiamo che i campioni di tessuto nello spazio si comportino in modo molto simile al corpo di un astronauta, vivendo lo stesso tipo di rapidi cambiamenti". L'analogia è la seguente: Molti dei cambiamenti nel corpo umano causati dalla microgravità ricordano per certi versi le fasi iniziali di malattie associate all'invecchiamento, come la diminuzione di densità ossea e di vigore nei muscoli.

Lucie Low, responsabile del programma scientifico presso NCATS spiega le caratteristiche di questo dispositivo: "Deve essere "3D", perché gli umani sono in 3D", ha spiegato. "Deve avere diversi tipi di cellule, perché un organo è costituito da diversi tipi di tessuto. E deve avere canali microfluidici, perché ogni singolo tessuto nel tuo corpo ha una vascolarizzazione tale da portare sangue e sostanze nutritive e per eliminare le scorie".

Giungono informazioni anche sulle modalità di trasporto ed installazione: "Volevamo semplificare tutto per il volo spaziale, quindi gli astronauti devono semplicemente collegare una "scatola alla stazione", senza fare nulla di pratico con siringhe o liquidi", ha detto. Gli ingegneri hanno anche dovuto miniaturizzare attrezzature complesse utilizzate per mantenere le condizioni ambientali adeguate per i chip.

Queste ricerche troveranno poi riscontro in ambiti medici come ad esempio quello della ricerca farmacologica e nello sviluppo di nuovi farmaci. Attualmente circa il 30% dei farmaci in via di sviluppo è risultato tossico negli studi clinici sull'uomo nonostante i test sugli animali risultino positivi. In aggiunta, circa il 60% dei potenziali farmaci "candidati" fallisce risultando poco efficace nel combattere il male.

La prima serie di analisi, al sistema immunitario, è prevista per il lancio tramite SpaceX CRS-16, in programma a metà novembre. Gli altri quattro tester, che verranno lanciati su SpaceX CRS-17 o sui voli successivi, si concentreranno su malattie dell'apparato polmonare, della barriera emato-encefalica, dell'apparato muscolo-scheletrico e di quello legato al funzionamento dei reni.

Tutte e cinque le indagini effettueranno un secondo volo dopo circa 18 mesi,per dimostrare l'efficacia di questo metodo di trasporto.

In definitiva, Warren ha detto, la tecnologia potrebbe consentire agli astronauti che andranno nello spazio di portare con sé chip personalizzati che potrebbero essere utilizzati per monitorare i cambiamenti nel loro corpo e per testare eventuali terapie. Tutto questo potrebbe significare molto nell'ottica di possibili viaggi nello spazio per lunghi periodi, e per mantenere gli astronauti in salute nelle future missioni nello spazio profondo.