Un ragazzo è morto in Texas a causa di "un'ameba mangia-cervello" trovata nell'acqua

Un ragazzo è morto in Texas a causa di 'un'ameba mangia-cervello' trovata nell'acqua
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Josiah McIntyre, del Texas, è morto martedì 8 settembre dopo essere stato infettato dalla Naegleria fowleri un organismo soprannominato "ameba mangia-cervello", secondo quanto riporta lo Houston Chronicle. I medici, inizialmente, non hanno capito cosa avesse il ragazzo e hanno testato tutto: dallo streptococco al nuovo coronavirus.

Ad arrivare alla soluzione sono stati i nonni, che hanno iniziato a ipotizzare che avesse contratto l'infezione dall'inalazione di acqua in una fontana di un parco pubblico (a causa della contaminazione nella rete idrica della città), portando le autorità a testare l'acqua e alla fine a rilevare l'agente patogeno. Dopo questa notizia, le autorità hanno iniziato a consigliare ai residenti di diverse città degli Stati Uniti di evitare di bere l'acqua del rubinetto durante il fine settimana.

Ancora oggi, i funzionari continuano a dire ai residenti della zona di far bollire tutta l'acqua presa dal rubinetto prima di utilizzarla per bere e cucinare, così da uccidere il microbo mortale. Il Naegleria fowleri è un organismo vivente unicellulare che si trova comunemente nell'acqua dolce e nel suolo. L'organismo microscopico può causare un'infezione cerebrale chiamata meningoencefalite amebica primaria (o Naegleriasi) che provoca la distruzione del cervello e dei suoi rivestimenti.

L'infezione parte quando il microbo inizia a farsi strada nel cervello. Qui, si moltiplica e comincia a corrodere il tessuto cerebrale, portando a una serie di sintomi tra cui mal di testa, febbre, nausea e vomito, disorientamento, convulsioni e allucinazioni. Sebbene questa malattia sia molto rara, è quasi sempre fatale. Tra il 2009 e il 2018 sono state segnalate 34 di queste infezioni negli Stati Uniti. Di questi, 30 persone sono state infettate nuotando in laghi e fiumi d'acqua dolce.

Non correte a far bollire l'acqua che esce dai rubinetti prima di berla: nel nostro paese non ci sono mai stati casi accertati, mentre in Europa il primo risale al 1998 in Repubblica Ceca.