Queste rane giganti sono in pericolo a causa dell'uomo ma la scienza è pronta ad aiutarle
INFORMAZIONI SCHEDA
Le rane giganti del lago Titicaca, le più grandi rane acquatiche del globo, a causa dell’inquinamento e della pesca per mano dell’uomo hanno visto drammaticamente ridotto il loro numero, ma un gruppo di scienziati sta pensando alla loro preservazione.
La rana gigante del Titicaca (Tematobius culeus) è un grosso anfibio che vive la sua vita perennemente sott’acqua. Come ci dice il nome stesso, questa specie è estremamente grande tanto che, probabilmente, è la rana acquatica più grande presente sul nostro globo. Può raggiungere, infatti, dimensioni nell’ordine dei 50 centimetri anche se vi sono esemplari molto più piccoli che non toccano neppure i dieci centimetri di lunghezza. La caratteristica di queste creature dalla pelle di colore grigio-verdognolo è quella di avere abbondante tessuto cutaneo che forma delle vere e proprie pieghe. Queste pieghe cutanee hanno una funzione molto importante perché permettono all’animale di respirare.
L’anfibio respira attraverso la pelle (che quindi è estremamente vascolarizzata) e, quindi, avere queste pieghe gli permette di aumentare la superficie di scambio e assorbire più ossigeno dall’acqua. Questa struttura evolutiva permette quindi all’animale di non emergere in superficie per respirare, consentendogli una vita perennemente acquatica. Queste rane giganti, tuttavia, negli ultimi tempi, hanno visto decrescere il loro numero. Le cause di questa diminuzione sono sempre le stesse che si riscontrano anche in altre parti del mondo: l’inquinamento e, nel nostro caso, la pesca. Nel 2016, infatti, per via dell’inquinamento delle loro acque causato dall’agricoltura sono stati trovati morti circa 10.000 esemplari. A peggiorare la loro situazione è la credenza, da parte della popolazione locale che, se ingerite, possano portare dei benefici alla salute.
Non solo: questa specie è anche pescata per errore dai pescatori del Titicaca. Per far fronte a queste difficoltà e preservarla, l’Università del Perù, la Pontificia Università Cattolica dell’Equador, lo Zoo di Denver, il Museo di Scienza e Storia Naturale della Bolivia e la ONG Natural Way hanno unito le loro forze con l’intento di studiare l’habitat di questi animali, eseguire analisi genetiche e comprendere i pericoli a cui queste creature sono sottoposte per elaborare una efficace strategia di conservazione. Insomma, uno sforzo esemplare per aiutare queste rane giganti a prosperare nel loro habitat naturale.
Credit immagine: D. alarcon and D. Grunbaum, Museo D’Orbigny
FONTE: IFL Science
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