Una rara allucinazione rende le persone minuscole, ma non è ancora chiaro perché

Una rara allucinazione rende le persone minuscole, ma non è ancora chiaro perché
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Il cervello umano è meraviglioso e ancora ricco di misteri, ma anche bizzarro e a volte pericoloso. Le allucinazioni sono gli eventi spesso più spiacevoli vissuti dalle persone, in alcuni casi in quanto terrificanti, in altri invece semplicemente perché sono davvero strane. Un esempio? Le cosiddette “allucinazioni lillipuziane”.

Definite anche “sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie” o “sindrome di Todd” (dallo psichiatra inglese John Todd, il quale ebbe molti pazienti con tale sindrome), consistono in una forma di disturbo neurologico che colpisce la percezione visiva causando micropsia o macropsia, rispettivamente la distorsione dimensionale e morfologica di persone e oggetti.

A oggi non ci sono ancora studi sufficienti per comprendere a pieno questo disturbo, manifestatosi in maniere estremamente diverse per chi ne soffriva o ne soffre: in alcuni casi storici, come quelli analizzati dallo psichiatra francese Raoul Leroy all’inizio del 1900, si parla della visione di gruppi di figure minuscole o giganti che interagivano con l’ambiente circostante come se esistessero davvero, senza però interferire eccessivamente con la vita del paziente. In altri, invece, le allucinazioni minacciavano quest’ultimo o causavano un senso di disagio o terrore piuttosto che di stupore.

Diversi psicologi hanno cercato di spiegare tale fenomeno, ma ancora oggi non viene classificata come malattia, complice l’esistenza di pochissimi articoli rilevanti in merito alle allucinazioni lillipuziane. Il ricercatore Jan Dirk Blom ha raccolto 226 casi unici, ma le esperienze dei pazienti (che vanno dai 4 ai 90 anni) sono state raccontate in maniera piuttosto simile alle precedenti testimonianze: allucinazioni vestite con abiti vistosi, o anche piccoli orsi e cavalli minuscoli, spesso accompagnati da allucinazioni uditive. Nel 97% dei casi le manifestazioni erano tridimensionali e interagivano con il mondo reale, mentre nel 3% si parla di allucinazioni 2D. Soltanto la metà dei casi, inoltre, è stata colpita negativamente, mentre un terzo si è detto “calmo o divertito”.

Ma da cosa è dovuto tutto ciò? Stando alle ricerche attuali, non propriamente dettagliate, si suggerisce una perdita di input sensoriali periferici dovuta da lesioni del sistema nervoso centrale, oppure dall’anormale attività elettrica che porta a un’alterazione del flusso sanguigno nelle aree del cervello che elaborano la percezione visiva. Altrimenti, si discute su una sorta di “intrusione onirica” per cui manifestazioni degne dei sogni si uniscono alla realtà in un bizzarro tutt’uno.

Non manca chi associa tutto ciò all’utilizzo di sostanze che alterano la percezione della realtà, dato che la detta sindrome ha effetti simili a un trip dovuto da allucinogeni. Tuttavia, con il tempo la percezione degli esperti è mutata verso un vero e proprio disturbo neurologico ancora incomprensibile.