Il razzo "completamente stampato in 3D" di questa compagnia potrebbe presto essere realtà

Il razzo 'completamente stampato in 3D' di questa compagnia potrebbe presto essere realtà
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Il parco di società aerospaziali piccole e grandi, startup e colossi dell'industria, è in continuo aumento: in un mercato in cui tutti si stanno per lanciare bisogna iniziare ad avere idee originali e all'avanguardia per "superare" la concorrenza, e Relativity Space ci prova con la "stampa in 3D".

Il problema della concorrenza, per essere precisi, sta iniziando ad essere particolarmente intenso soprattutto per il parco dei "lanciatori leggeri", ovvero quei razzi che si limitano a portare carichi medio-pesanti in orbita terrestre bassa (LEO).

Abbiamo visto come nell'ultimo decennio siano nate e fiorite moltissime piccole società e startup, ma che pian piano hanno conquistato fiducia e soprattutto "contratti" dalle grandi realtà del settore, come la NASA, la Airbus, la Arianespace e via dicendo. Di recente la Rocket Lab - per esempio - si sta impegnando per mettere a punto un sistema sicuro e "originale" di recupero dei propri stadi.

Lo si fa sostanzialmente per abbattere i costi di produzioni, potendo così garantire servizi più economici. La più recente di queste società, la Relativity Space, fondata nel 2015 dai due ingegneri aerospaziali Tim Ellis e Jordan Noone, sta cercando pian piano di farsi strada nel mondo dei competitor spaziali.

Il segreto della società è che il loro primo razzo nominato "Terran 1" sia - una volta ultimato - stampabile in 3D per almeno il 95%. Questo procedimento, secondo quanto stesso affermato dal CEO Tim Ellis, potrebbe portare la complessità del vettore da 100 mila parti a poco più di 1000, rendendo possibile costruirne uno nuovo ogni 60 giorni, a prezzi incredibilmente contenuti.

L'eccezionale macchina che consentirà una stampa di simile valore è stata chiamata "Stargate", guidata oltretutto da una complessa intelligenza artificiale. Ne trovate una foto in calce alla news.

Questo sogno, stando alle ultime dichiarazioni della società, non è più "semplicemente sogno": grazie ad una raccolta fondi privata, coadiuvata dall'interesse del Tiger Global Management, la Relativity Space è riuscita a chiudere con un aggiunta di fondi di 500 milioni di dollari. Una somma considerevole e spettacolare, che nemmeno SpaceX (dei primi tempi) è mai riuscita ad eguagliare.

I nuovi investimenti hanno fatto schizzare in positivo il valore della neo società californiana, che ora vanta un valore di 2 miliardi di dollari. L'anno scorso erano stati raccolti poco più di 140 milioni di dollari, mentre adesso il valore di fondi è stato più che triplicato. È lecito adesso supporre che il Terran 1 possa presto raggiungere le fasi di test più importanti.

"Si tratta davvero di accelerare la visione e i piani dell'azienda a lungo termine", ha affermato Ellis. "Tutto ciò ci consente di pensare più a lungo termine e di accelerare davvero alcune di quelle iniziative a lungo termine che abbiamo pianificato da tempo. Non siamo a corto di ambizione".

Il lavori sul Terran 1, inoltre, non si sono fermati in questo anno nemmeno per i problemi causati dalla pandemia: è stata portata a termine con successo un'accensione statica del motore "Aeon", facendolo funzionare per 186 secondi. Sono inoltre iniziati i lavori per il primo sito di lancio dell'azienda presso il Launch Complex 16 della Cape Canaveral Air Force Station. Se tutto andrà come previsto potremo vedere un lancio già a fine 2021.

Rimanendo in tema di lanci spaziali, il razzo italo europeo VEGA tornerà a volare molto presto.

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