Reddito di cittadinanza: in India l'esperimento più grande della storia

L'India si prepara a testare nuove forme di welfare, garantendo a 610.000 cittadini una forma di basic income. Secondo molti guru del tech e accademici sarebbe proprio questa la possibile soluzione al brusco incremento della disoccupazione che il processo di automatizzazione potrebbe introdurre.

Seicentomila beneficiari di un assegno mensile a partire dal 2022, non solo le fasce più povere della popolazione. Secondo il Washington Post si tratterebbe della prova di basic income più vasta della storia, ed avrebbe una notevole importanza: a differenza degli Stati occidentali, l'India non si presta a riformare le storture del suo welfare tradizionale. Si tratta di una operazione dalla portata molto più vasta, visto che andrebbe a toccare parti della popolazione oggi quasi interamente scoperte e prive di una qualsiasi forma di tutela.

"Il fondamento logico è quello di risolvere l'insicurezza economica di una parte della popolazione più vasta, non solo i più indigenti, e senza intaccare le misure contro la povertà già in vigore", ha detto l'economista della Berkeley al Washington Post. Sarebbe, dunque, l'assenza di strutture di intervento già solide e collaudate, e l'impatto anche sulle famiglie a reddito medio, a rendere questo test di reddito di cittadinanza particolarmente significativo.

In passato molte delle voci autorevoli della scena tech avevano parlato dell'esigenza di introdurre una qualche forma di welfare diretto. Zuckerberg aveva detto che permetterebbe ai meno ricchi di dedicarsi a progetti rischiosi, alludendo al fatto che senza la sicurezza economica datagli dalla sua famiglia, oggi Facebook non esisterebbe. Elon Musk ne aveva parlato dichiarandone l'inevitabilità nelle fasi post-automatizzazione del lavoro, e dello stesso avviso anche Bill Gates.

Certo, non è detto che alla prova dei fatti sarà proprio il reddito di cittadinanza la soluzione che si dimostrerà più efficace, o quella di cui avremo effettivo bisogno.