Alcuni ricercatori potrebbero aver scoperto un nuovo tipo di "legame" chimico
Tutta la materia che ci circonda è fatta da piccoli atomi, molecole e composti tenuti insieme da "legami chimici" di vario tipo. Sebbene la Chimica moderna abbia una classificazione precisa di questi legami, sembra che uno studio recente abbia scoperto qualche sfumatura inedita.
Se vi state chiedendo di preciso cos'è un legame chimico - senza entrare troppo nel dettaglio - vi basti sapere che è una vera e propria forza che si viene a creare quando gli elettroni esterni (o cariche elettriche residue) dei vari atomi iniziano ad interagire tra loro. A seconda di come questo avviene si ottengono i vari tipi di legame, ognuno con la propria "energia" necessaria per formarsi o per essere spezzato. Sono i ponti energetici che permettono a tutta la materia di esistere concretamente.
Tra queste forze elettrostatiche uno dei più particolari e conosciuti è senz'altro il cosiddetto "legame a idrogeno": un ponte che viene a crearsi quando atomi molto elettronegativi (come Fluoro, Ossigeno o Azoto) sfruttano un idrogeno a loro connesso per creare un vero e proprio legame con un'altra molecola. È quello che avviene nell'acqua (ed è proprio grazie al legame-H che l'H2O è così "unica"), ma è fondamentale anche per le proteine e per il nostro DNA - permettendo di tenere unite le due eliche di cui è composto.
Ciò che è noto è che il legame-H è da sempre considerato un'attrazione elettrostatica molto debole, richiedendo pochissima energia per essere spezzato. La nuova ricerca condotta dal team di Bogdan Dereka e Qi Yu ha invece scoperto che esiste uno stadio "intermedio" in cui alcuni legami deboli, come quello a idrogeno, possono assumere una forza superiore al previsto, simile a quella dei "covalenti".
"L'esistenza di uno stato ibrido di legame covalente-idrogeno non solo sfida la nostra attuale comprensione di cosa sia esattamente un legame chimico, ma offre anche l'opportunità di comprendere meglio le reazioni chimiche. È probabile che legami simili esistano in natura ma la loro longevità è brevissima e non sono mai stati osservati in modo definitivo, almeno fin ad ora".
In chimica infatti non è una novità sentir parlare di stadi intermedi (anzi, si può dire che siano l'ABC per la comprensione dei meccanismi di reazione), tuttavia l'esser riusciti a rilevare l'energia di questi legami così evanescenti pone nuove interessanti domande per la comprensione più accurata della materia.
I ricercatori hanno concluso che il loro studio, già pubblicato su Science, potrebbe aprire le porte ad una "comprensione più profonda del legame forte" e degli stati di reazione intermedi.
FONTE: ScienceAlert
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