
Ecco la ricetta della "Kas", la birra millenaria dei sumeri. Puoi farla anche tu in casa!
INFORMAZIONI SCHEDA
Più volte mi è sembrato che chi non ha dimestichezza con la storia, trova delle insidie nell’inquadrare gli eventi precedenti ai romani, ai greci o agli egizi. Come fare per mettere un paletto di riferimento nella vostra visione generalista-storica? Semplice, parlando di fatti culturali e sociali che rieccheggiano ancora oggi.
La birra non fa eccezione. Siamo nel 7000 a.C. e una popolazione, per secoli identificata come il nucleo della civiltà, nota come civiltà sumera soleva accompagnare eventi con la bevanda in questione. È facile pensare che carboidrati, come zucchero e amido, andassero in fermentazione facilmente e la sintesi del pane e della birra si baserebbe proprio su questa osservazione.
Se, durante la lavorazione di beni primari, si metteva più acqua (la base liquida) che farina, quest’ultima andava in fermentazione, dando vita alla birra. Ritornando ai nostri cugini sumeri erano veri e propri cultori di questa bevanda, al punto da battezzarla con il termine “Kas”, ovvero “ciò che la bocca desidera”.
Dobbiamo ritenerci davvero fortunati nell’essere in possesso di queste informazioni e, a discapito di chi condanna inequivocabilmente credenze e animismi, lo dobbiamo solamente alla religione. La birra, infatti, era associata ad una divinità di nome Ninkasi. L’inno dedicato a quest’ultima, presenta anche un breve e semplice ricettario della bevanda:
“Ninkasi, tu sei colei che cuoce il bappir (pane d’orzo) nel grande forno, e mette in ordine i mucchi di grano sgusciati. Tu sei colei che innaffia il malto coperto di terra, a cui i nobili cani fanno la guardia persino contro i potenti. Ninkasi, tu sei colei che intinge il malto in un orcio, le onde si alzano, le onde cadono. Tu sei colei che stende l’infuso cotto di malto su larghe stuoie di canne, per poi aspettare che si raffreddi. Ninkasi, tu sei colei che regge con entrambe le mani il grande mosto di malto, facendolo fermentare con miele e vino. Tu sei colei che pone il tino per il filtraggio, che produce un suono soave, su una larga tinozza raccoglitrice. Oh Ninkasi, quando poi versi la birra filtrata dalla tinozza, questa si riversa impetuosa come il Tigri e l’Eufrate”.
Ad oggi, sappiamo che il “nettare sumero” avesse un sapore dolce, simile al sidro di mele. Come però siamo a conoscenza di ciò? L’Anchor Brewing Company, di Fritz Maytag ha provato a replicare la birra di Ninkasi, basandosi proprio sull’inno sumero.
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