Riciclaggio nel mondo crypto, chiuso l'exchange Bitzlato: tra i clienti gli hacker Conti

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Dopo i licenziamenti in massa di Crypto.com, un altro duro colpo arriva per tutto il settore delle criptovalute, che ancora fatica a riprendersi dal rovinoso crollo dell'exchange FTX. Nelle scorse ore, infatti, i proprietari dell'exchange crypto Bitzlato sono stati arrestati con l'accusa di aver riciclato 700 milioni di Dollari.

Il co-fondatore di Bitzlato e il proprietario della maggior parte delle azioni della compagnia sono stati presi in custodia dalle autorità americane a Miami nelle scorse ore, dopo che gli asset di Bitzlato sono stati congelati dalla polizia americana e da quella francese. L'exchange, inoltre, è stato chiuso dall'azione congiunta delle forze dell'ordine internazionali.

L'accusa ai due professionisti delle criptovalute, entrambi di origine russa, è quella di aver riciclato ben 700 milioni di Dollari rubati sul web, portando le autorità a definire Bitzlato, che ha sede ad Hong Kong, come una "preoccupazione primaria per chi si occupa di antiriciclaggio". La dichiarazione è stata rilasciata durante una conferenza stampa del Dipartimento della Giustizia americano, disponibile anche su YouTube.

Il DOJ svela anche quali sarebbero stati i clienti principali di Bitzlato: tra i nomi eccellenti spuntano anche gli hacker russi del gruppo Ransomware Conti, insieme ad altri collettivi ransomware affiliati a Mosca e alla "darknet collegata al Cremlino". Per chi non lo ricordasse, il gruppo Ransomware Conti si è sciolto lo scorso anno, poco dopo l'ingresso della Russia in guerra contro l'Ucraina, anche a causa di una serie di arresti "illustri".

Essenzialmente, Bitzlato riciclava i soldi ottenuti tramite ransomware, ma agiva anche per conto di trafficanti d'armi, di droga e di membri del deep web connessi a Mosca per "ripulire" i loro guadagni, trasformandoli in investimenti in criptovalute. Le accuse al co-fondatore e al proprietario dell'exchange sono comunque tutte da verificare a livello giudiziale, ma per le persone collegate allo schema si profila una condanna fino a cinque anni di carcere.

Trascinata involontariamente nello scandalo anche Binance, che ha ricevuto denaro da Bitzlato come parte dei programmi di prelievo e deposito del servizio. Pare tuttavia che Binance non fosse consapevole delle attività illecite dell'exchange e, soprattutto, che non abbia svolto alcuna azione illegale a sua volta: una dichiarazione rilasciata a Bloomberg, infatti, spiega che "Binance ha fornito un livello sostanziale di assistenza alle agenzie di polizia internazionale nel supporto a questa investigazione".