Ecco le ricostruzioni facciali della prima mummia appartenente a una donna incinta

Ecco le ricostruzioni facciali della prima mummia appartenente a una donna incinta
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Si è recentemente scoperto che la mummia di una donna, custodita dall’Università di Varsavia, potrebbe esser morta mentre aspettava un bambino. Grazie a degli specialisti forensi, siamo in possesso di due approssimazioni facciali che ci permettono di guardare negli occhi un’antica donna egiziana.

Così Wojciech Ejsmond, co-direttore del Warsaw Mummy Project, ha descritto l’impresa al magazine scientifico Live Science: “Le moderne tecniche ci consentono di eseguire un'autopsia virtuale della mummia. Possiamo guardare sotto le bende e dentro il suo corpo. Per la prima volta il suo viso sarà [rivelato] al grande pubblico e tutti potranno guardarla”.

Le varie approssimazioni facciali sono state pubblicate proprio l’8 novembre di quest’anno, sul profilo Facebook ufficiale del Warsaw Mummy Project.

Che si tratti di una ristrutturazione facciale archeologica o forense, la ricostruzione non deve essere considerata un ritratto esatto dell'individuo”, spiega Chantal Milani, la specialista forense italiana che ha reso pubbliche le immagini della mummia. “Tuttavia, si basa sul principio che il cranio, come la maggior parte delle strutture anatomiche, ha dettagli, proporzioni e forme che sono individuali per quella persona e si manifesteranno attraverso i tessuti molli, aggiungendo carattere personale all'aspetto finale”.

Secondo Hew Morrison, specialista forense e membro del progetto, il contesto storico è fondamentale per la “resurrezione digitale” del defunto. Avvalendosi delle moderne tecnologie, gli esperti possono adottare politiche più rispettose dei corpi, senza compromettere la ricerca. Dalle ricostruzioni, emerge che l’identità della mummia sia da associare ad una donna, anziché a un prete maschio (come invece credevano gli archeologi).

L'anno scorso, i ricercatori del Warsaw Mummy Project hanno pubblicato uno studio sulla mummia, soprannominandola la “Signora misteriosa”, poiché si sapeva poco di lei. All'inizio del XIX secolo, gli archeologi hanno trovato i suoi resti all'interno di un sarcofago sigillato appartenente a un sacerdote. Due secoli dopo la presa in custodia del corpo, da parte dell’Università di Varsavia, i ricercatori si sono resi conto che stavano analizzando i resti della prima mummia incinta mai conosciuta.

Per molte persone, le antiche mummie egizie sono curiosità da museo”, ha detto Ejsmond. “Vorremmo riumanizzarli e mostrarli come persone che un tempo vivevano, avevano sentimenti e amavano, le cui morti sono state tragedie”.

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