Per ridurre problemi al cuore potrebbe bastare un "pizzico di sale" in meno

Per ridurre problemi al cuore potrebbe bastare un 'pizzico di sale' in meno
INFORMAZIONI SCHEDA
di

Per ridurre problemi al cuore come l’insufficienza cardiaca possono bastare anche piccoli gesti nella vita quotidiana: in primis, bere di più sembra essere una soluzione efficace. Un altro studio estremamente recente, però, confermerebbe anche che ridurre l’assunzione di sale aiuterebbe nei casi di scompenso cardiaco.

L’analisi pubblicata su The Lancet, notiamo, è frutto di uno dei più grandi studi clinici randomizzati condotti per esaminare nello specifico la correlazione tra la riduzione del sodio e l'insufficienza cardiaca, dato che considera 806 pazienti in 26 centri medici sparsi in tutto il mondo, dal Canada al Cile passando anche per la Nuova Zelanda. Tutti gli individui soffrivano di scompenso cardiaco: metà è stata assegnata alle cure abituali, metà ha ricevuto consigli dai nutrizionisti per ridurre l’assunzione di sale nella dieta fino a 1.500 milligrammi al giorno, ovvero due terzi circa di un cucchiaino. Prima dello studio, infatti, i pazienti hanno chiarito che consumavano in media 2.217 mg al giorno.

I risultati sono alquanto interessanti: nel confronto effettivo tra tassi di morte per qualsiasi causa, il ricovero cardiovascolare e le visite al pronto soccorso cardiovascolare nei due gruppi di studio non sono emerse differenze significative. Tuttavia, i ricercatori hanno riscontrato un miglioramento di sintomi come gonfiore, affaticamento e tosse, assieme a una migliore qualità generale della vita.

Come spiegato dall’autore principale dello studio e cardiologo Justin Ezekowitz, “non possiamo più dare una raccomandazione generale a tutti i pazienti e dire che limitare l'assunzione di sodio ridurrà le possibilità di morire o di essere ricoverati in ospedale, ma posso tranquillamente affermare che potrebbe migliorare la qualità della vita delle persone in generale e i rischi legati [ai problemi al cuore]”.

Ora sarà necessario condurre altre ricerche per determinare eventuali benefici sul lungo termine.

Sempre restando sul tema, lo stress prolungato può aumentare il rischio di attacchi cardiaci.