Rinvenuta l'antica tomba di una guerriera Armena morta a causa delle ferite

Rinvenuta l'antica tomba di una guerriera Armena morta a causa delle ferite
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E’ stata scoperta la tomba di una guerriera morta a cause delle ferite riportate in battaglia, nell'odierna Armenia, che risale a più di duemila anni fa.

Non erano solo le donne Vichinghe a combattere ma, a quanto pare, anche quelle dell’antico popolo del regno degli Urarti combattevano al fianco dei loro colleghi maschi. E’ quanto emerge dai resti di una tomba, antica più di duemila anni fa, scavata nel 2017 in una zona facente parte dell’attuale Armenia. Lo scheletro che gli archeologi hanno ritrovato apparteneva ad una donna, una personalità molto importante, probabilmente, vista la quantità degli oggetti rinvenuti di fianco ai suoi resti.

Lo scheletro era posizionato su un fianco e l’asse formato dalla testa e dai piedi indicava il Nord-Ovest. Braccia e gambe erano state bloccate e, su ciò che rimaneva delle ossa, gli scienziati hanno osservato innumerevoli fratture provocate delle armi dei suoi nemici. La ferita più eclatante è forse quella notata sul femore dove, incastrata nell'osso, è emersa la punta di metallo di un freccia. Ma i colpi che le sono stati inferti non finiscono qui. Le ossa pelviche, il femore e la tibia avevano lesioni imputabili probabilmente a colpi di spada o di ascia.

Anche l’ulna presentava fendenti di spada solo che, in questo caso, i traumi erano indiretti, probabilmente, ovvero il risultato dei violenti impatti di un arma contro lo scudo imbracciato dalla donna. I colpi inferti in questo modo erano potenti e l’energia di essi passava dallo scudo all'ulna e all'avambraccio. Non è strano, quindi, pensare, come hanno fatto gli archeologi, che la donna fosse una guerriera di una certa importanza per le genti del suo popolo, anche se di più preciso, per ora, non si sa nulla.

Al momento della morte la donna aveva un’età compresa tra i venti ed i ventinove anni e questa è la seconda sepoltura di una guerriera proveniente dall'Armenia. Quello degli Urarti, dal quale la guerriera proveniva, è stato un Regno in cui le donne partecipavano alla caccia e alla guerra, almeno le donne più influenti e che godevano quindi di una certa libertà, come ci dimostrano le tombe nelle quali queste guerriere sono state rinvenute.