Fa il suo ritorno la tartaruga che "respira col sedere" perduta da tempo

Fa il suo ritorno la tartaruga che 'respira col sedere' perduta da tempo
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Un nuovo metodo rivoluzionario di rilevamento del DNA ha permesso di riscoprire una specie alquanto singolare di tartaruga, vista l'ultima volta più di 25 anni fa in un fiume del Queensland settentrionale. Il rettile, infatti, fa parte di una serie di specie d'acqua dolce che usa la sua cloaca (cioé il suo sedere) per respirare sott'acqua.

La tartaruga, scoperta per la prima volta nel bacino del Burdekin, sempre in Australia, dal defunto Steve Irwin (il famoso naturalista noto come Crocodile Hunter) e da suo padre Bob all'inizio degli anni '90, grazie a questa sua innata "capacità" ha la possibilità di rimanere sott'acqua molto più a lungo delle altre specie.

La conferma del ritrovamento è avvenuta grazie a campioni d'acqua prelevati dal fiume Burdekin da un team di ricercatori guidato dalla James Cook University ed analizzati per il DNA ambientale (eDNA), che hanno poi convalidato la presenza della tartaruga di Irwin in molti siti lungo il letto del corso d'acqua.

Il prof. Damien Burrows, direttore del Center for Tropical Water and Aquatic Ecosystem Research (TropWATER), ha affermato: "Fino a questa riscoperta, non avevamo alcun riscontro ufficiale per dimostrare che la tartaruga di Irwin viveva ancora nel fiume Burdekin, un corso d'acqua che è cambiato molto dopo la costruzione della diga di Burdekin Falls".

Il Prof. Burrows ha aggiunto che la tecnologia eDNA è stata fondamentale per il riconoscimento della tartaruga ed ha il potenziale per rivoluzionare il modo in cui i ricercatori potranno rintracciare e localizzare sia gli animali acquatici che quelli terrestri.

"In precedenza, era molto difficile campionare la tartaruga di Irwin poiché vive solo in luoghi condivisi da molti coccodrilli o in affluenti di montagna a cui è molto ostico accedere. Inoltre sono difficili da catturare per natura e l'acqua in cui vivono nel Burdekin è troppo torbida per potervi inserire telecamere subacquee per vederli", ha spiegato Burrows.

"Ma ora con l'eDNA, tutto ciò che dobbiamo fare è prelevare un campione d'acqua ed analizzarlo in laboratorio. Con il nuovo processo, infatti, il DNA stesso del rettile può essere estratto ed amplificato direttamente da campioni ambientali come suolo, sedimenti e liquidi senza dover catturare l'organismo bersaglio".

"Non sappiamo ancora nulla dei dati demografici di questa popolazione, ma questa riscoperta ha ora sfidato la precedente ipotesi che la specie non potesse sopravvivere in queste condizioni".

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