Quella volta che una rivista scientifica "dimostrò" l'esistenza dei Draghi

Quella volta che una rivista scientifica 'dimostrò' l'esistenza dei Draghi
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I Draghi, animali mitologici per eccellenza, sono conosciuti come grandi creature alate e sputafuoco, spesso rappresentate appollaiate a guardia di preziosissimi tesori o come nemesi dei paladini nelle leggende. Chi, tra gli amanti del Fantasy e della Criptozoologia, non ha mai sognato di poter appurare l’esistenza di queste incredibili creature?

Appassionati tutti! Udite, udite. Oggi vi portiamo a conoscenza di un articolo, intitolato “Ecco i Draghi”, che “confermava” la loro esistenza. Un team di ricerca, infatti, portò alla luce un antico manoscritto di un monaco inglese, Godfrey di Exmouth, nel quale era descritta la natura della “piaga dei draghi”, identificando il medioevo come periodo fiorente per la specie.

Ma pensiamoci un attimo, se le leggende avessero mostrato il vero?

Immaginate un mondo in cui questi grandi esseri vivono e cacciano, popolandolo alla stregua delle specie animali conosciute. Potrebbe anche essere plausibile, considerando le più grandi e feroci specie di dinosauri predatori esistite.

[Miei cari, ora viene la parte dolente. Io stesso, per quanto scettico, ma spinto da una cieca passione verso queste magnifiche creature alimentatrici di leggende, sono stato vittima di quello che può essere definito a tutti gli effetti come un elaborato pesce d’aprile, promosso dalla famosissima rivista Nature, autorità nel campo scientifico. Non me ne vogliate a male, era solo un tentativo di condividere l’interessante e complesso scherzo. N.d.R.]


Ad ogni modo, cosa affermava questo fantasioso scherzo?

Il periodo a cui fanno riferimento le scritture inventate dallo studio è l’alto medioevo, il tempo dei paladini e delle dame da salvare, ideale per la proliferazione dei draghi. Ciò grazie alle alte temperature e all’abbondanza di cibo in cotta di maglia ed armatura, ovvero i cavalieri, che erano una leccornia per il palato sulfureo di queste creature.

Successivamente, però, si assistette ad un drastico calo della specie, dovuto all’abbassamento delle temperature atmosferiche e alla riduzione dei cavalieri, che sceglievano professioni diverse e meno pericolose. I draghi quindi, anche a causa delle persecuzioni che li videro protagonisti, caddero in un quello che viene descritto dallo studio come “Grande Sonno”, simile al letargo di alcuni mammiferi. Questo fenomeno portò l’opinione comune a considerare i draghi estinti, relegandoli a puro frutto della fantasia.

Gli studiosi affermano che la specie stia attendendo il momento giusto per risvegliarsi da questo lungo letargo e che oggi le condizioni sembrano propizie. Indizi di ciò andrebbero cercati nella recessione economica globale che ha intensificato la ricerca dei tesori sepolti, noti per essere materiali per la nidificazione. La più grave, però, è rappresentata dal riscaldamento globale che potrebbe favorire il risveglio e l’ascesa delle antiche creature.

Per farci perdonare di questo innocente scherzo vi segnaliamo un interessantissimo video di ZooSparkle, al secolo Willy Guasti(che abbiamo recentemente intervistato), nel quale, avvalendosi delle sue conoscenze, prova a descrivere le ipotetiche caratteristiche biologiche di un drago “anatomicamente realistico”.