Questa roccia brilla naturalmente al buio e gli scienziati hanno finalmente capito come

Questa roccia brilla naturalmente al buio e gli scienziati hanno finalmente capito come
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Per anni gli scienziati non riuscivano a spiegarsi il flebile bagliore residuo della sodalite. I geologi hanno descritto per la prima volta il minerale nel 1800, e sono rimasti subito incuriositi dalla sua tendenza a brillare leggermente di una tonalità rosa brillante quando rotto o posto nell'oscurità.

La chiave di questa brillantezza, secondo quanto appreso da un nuovo studio, è la delicata interazione delle impurità naturali del minerale, determinate dalla sua formazione. "Abbiamo condotto molte ricerche sulla sodalite sintetica e siamo stati in grado di sviluppare un materiale con un bagliore nettamente più lungo di quello della sodalite naturale", afferma la chimica dei materiali Isabella Norrbo dell'Università di Turku (Finlandia).

Le concentrazioni e l'equilibrio di zolfo, potassio, titanio e ferro del minerale sono molto importanti da considerare quando si studia il bagliore emesso. In particolare, nel nuovo studio si è scoperto che è proprio il titanio l'elemento che crea questa brillantezza, con il bagliore alimentato dal trasferimento di elettroni.

Il titanio, tuttavia, da solo non è sufficiente per creare la luminescenza, ed è proprio il giusto mix degli altri elementi ad essere richiesto nell'equazione. "Con questi risultati, abbiamo ottenuto preziose informazioni sulle condizioni che influenzano il bagliore residuo della sodalite", afferma infine il chimico dei materiali Mika Lastusaari, sempre dell'Università di Turku.

Esistono molti minerali che hanno sorpreso gli esperti nel corso del tempo: come il "diamante mai visto" o il "meteorite di Wedderburn".

Questa roccia brilla naturalmente al buio e gli scienziati hanno finalmente capito come