Roger Waters si scaglia contro l'industria musicale digitale

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L'ex componente dei Pink Floyd, Roger Waters, in una lunga intervista concessa al Times, non ha parlato solo di una possibile reunion col suo gruppo storico, ma ha anche sferrato un pesante attacco all'industria musicale, che si muove sempre di più verso il digitale.

Nell'era di servizi come Spotify e negozi virtuali come iTunes, che stanno letteralmente capitalizzando il settore a discapito delle vendite di cd fisici, Roger Waters, come molti altri colleghi, non apprezza questa strategia, ed infatti ha sferrato un attacco frontale ai rappresentanti, definendoli “ladri e criminali”.
Waters si è detto anche felice di essere nato nel 1943 e non nel 1983, dal momento che non se l'è dovuta vedere con le aziende della Silicon Valley: “la mia era un'epoca in cui gli artisti guadagnavano da vivere grazie alle loro creazioni”, cosa che per lo stesso non succede ora dal momento che gli unici a guadagnarci sono i produttori e non i musicisti veri e propri.
Anche per quanto riguarda gli introiti, secondo Waters le entrate generate dai vari servizi di streaming musicale e dal digitale, non raggiungeranno mai quelle delle copie fisiche.
Un'affermazione senza dubbio pesante, che arriva a poche settimane di distanza dal rilancio di Beats Music da parte di Apple, che dovrebbe presentarlo alla WWDC 2015.