La Russia prova pirateria e criptovalute per aggirare le sanzioni: Coinbase risponde

La Russia prova pirateria e criptovalute per aggirare le sanzioni: Coinbase risponde
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Le grandi aziende stanno abbandonando la Russia in seguito a quanto sta accadendo in Ucraina. Per intenderci, di recente anche Netflix ha deciso di sospendere il servizio in territorio russo. Cosa stanno dunque tentando di fare i russi per cercare di "aggirare" le sanzioni? A quanto pare ci sono due "parole chiave": pirateria e criptovalute.

Lungi da noi voler associare le due parole, le notizie che arrivano dall'estero vanno proprio in queste direzioni. Partendo dalla prima questione, stando a quanto riportato da ArsTechnica la Russia avrebbe intenzione di legalizzare la pirateria, così da riuscire a utilizzare lo stesso i software legati alle aziende che hanno interrotto i rapporti con il Paese. L'indiscrezione arriva da un giornale russo.

Le fonti fanno notare che in Russia la pirateria è già una pratica molto diffusa da tempo, ma che una pirateria legalizzata dal Governo potrebbe purtroppo espandere ulteriormente la questione. In ogni caso, la situazione è "intricata", considerando anche il fatto che al giorno d'oggi il modello software-as-a-service è molto diffuso: questo potrebbe limitare i piani dei russi in tal senso. Non è chiaro se alla fine verrà effettuato questo passo o meno.

Passando invece alle criptovalute, stando anche a quanto riportato da The Verge il popolare exchange Coinbase ha deciso di bloccare circa 25.000 indirizzi crypto legati alla Russia. Il motivo di tutto ciò? Secondo quanto si può leggere in un post pubblicato sul blog di Coinbase, i russi starebbero cercando di utilizzare le criptovalute per "aggirare" le sanzioni e l'exchange ha dunque deciso di rispondere alla situazione.

Insomma, alla fine la Russia potrebbe fare molta fatica a usare pirateria e criptovalute contro le sanzioni, grazie anche al pronto intervento di realtà come Coinbase.

La Russia prova pirateria e criptovalute per aggirare le sanzioni: Coinbase risponde