Il salmone si orienta grazie a campo magnetico terrestre, studio potrebbe aver capito come

Il salmone si orienta grazie a campo magnetico terrestre, studio potrebbe aver capito come
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Alcuni animali riescono a rilevare il campo magnetico del nostro pianeta e utilizzarlo come una sorta di mappa durante la migrazione, la ricerca di un particolare punto di riferimento o la caccia. Questa straordinaria capacità è presente in specie come uccelli, pipistrelli, roditori e pesci, ma non sappiamo ancora come facciano a utilizzarla.

Tuttavia, nuove intuizioni sul salmone reale (Oncorhynchus tshawytscha) hanno ora rafforzato l'ipotesi che i pesci di questa specie utilizzino microscopici recettori magnetici incorporati nei loro tessuti per navigare attraverso il campo magnetico terrestre mentre sono nell'oceano. Una volta che sono arrivati in un flusso di acqua dolce, però, passano a un diverso sistema basato su sostanze chimiche, secondo i ricercatori dell'Oregon State University (OSU).

Questi pesci potrebbero percepire il campo magnetico terrestre attraverso reazioni chimiche indotte dal magnetismo, o potrebbero percepirlo attraverso la presenza di un magnetorecettore all'interno dell'animale stesso. I "magnetoricettori" però sono notoriamente difficili da trovare a causa delle loro minuscole dimensioni e perché potrebbero trovarsi ovunque all'interno del corpo di un animale.

Nello studio, i ricercatori hanno esaminato ciò che accade ai salmoni quando vengono soggetti a impulsi magnetici. Sono stati utilizzati due ambienti diversi: uno che imitava un campo magnetico locale e un altro che imitava una posizione oceanica distante. Nello scenario locale, i salmoni a cui è stato "sparato" il campo magnetico si comportavano allo stesso modo di quelli a cui non è stato sparato. Nello scenario più ampio, invece, le teste dei salmoni soggetti al campo magnetico erano rivolte in una direzione simile.

Gli autori pensano che questo loro senso dell'orientamento abbia qualcosa a che fare con i cristalli di magnetite. "Le nostre scoperte sono coerenti con l'ipotesi che i magnetorecettori siano basati su cristalli di magnetite", afferma David Noakes, biologo dell'OSU, sebbene l'uomo ammetta che saranno ancora necessarie ulteriori ricerche per verificare questa ipotesi e rivelarne i veri meccanismi. Nonostante prove crescenti, i magnetorecettori primari non sono ancora stati identificati in modo univoco in nessun animale.