L'isola di una profezia che ci salverà dalla fine del mondo
INFORMAZIONI SCHEDA
Parlare di profezie ha sempre un certo fascino. Ci conduce ad epoche lontane, in cui religione e superstizione guidavano i passi di re e persone comuni.
Vale la pena citare una curiosa quanto antica profezia gaelica, risalente a più di 1000 anni fa, originaria, in particolare, delle coste della Scozia o dell'Irlanda.
Fino ad oggi gli esperti non erano riusciti a darle un significato ma, a quanto pare, qualcosa ha smosso le acque, consentendo di andare oltre le criptiche parole dal profumo arcaico:
"Sette anni prima della fine del mondo, un diluvio annegherà le nazioni: il mare, con una sola ondata, coprirà l'Irlanda e Islay dalla testa verde. Ma l'isola di Columba nuoterà sopra il diluvio."
Persino i bardi celtici hanno sempre tentato di decifrarla utilizzando una sorta di ragionamento Celtico-Cristiano ma senza risultati. Perchè proprio l'Isola di Columba, una tra le tante al largo della Scozia e nemmeno la più grande?
Le chiavi di lettura che entrano in gioco sono diverse: occultismo, metafisica, cultura giudeo-cristiana ma ci si è resi conto che la vera chiave di volta possa essere proprio il suo nome.
L'isola prende il nome da un antico prete-guerriero del VI secolo d.C., Colm Cille che, letteralmente, significa Colomba della Chiesa o noto ai più come Santo Columba.
Si narra che avesse visioni profetiche e che avesse più volte "viaggiato con l'anima", motivo per cui è stato scelto come patrono di Derry, Irlanda, nel 563 d.C. e per aver portato il Cristianesimo in Scozia.
Pochi sanno, però, che l'Isola di Iona, appartenente all'arcipelago delle Ebridi interne, si chiami, in gaelico scozzese, Ì Chaluim Cille, Isola di San Columba, appunto.
Qui, il leggendario mistico sbarcò assieme ad un gruppo di 12 fedelissimi (che può ricordare Gesù Cristo con i suoi 12 apostoli) e vi fondò un centro di apprendimento spirituale che divenne, altresì, una grande potenza politica.
Ancora, Iona era un luogo sacro ai Druidi ed innumerevoli re scozzesi, norvegesi e irlandesi
si fecero seppellire qui.
E' suggestivo quanto culture diverse, religioni molto distanti tra loro ed il susseguirsi degli eventi possano collimare ed influenzarsi a vicenda.
In questo caso, civiltà celtica e cristiana si sono fuse in una sola profezia che ci ha consentito, dopo 1000 anni, di rivivere l'epicità e le atmosfere di un tempo ormai perduto ma ancora vivo nelle tombe e nelle croci di pietra che costellano i verdi prati di Iona.
FONTE: AncientOrigins
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