Quello che si deve sapere sul vaccino Pfizer contro il coronavirus

Quello che si deve sapere sul vaccino Pfizer contro il coronavirus
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La notizia della creazione di un vaccino contro il coronavirus che si è dimostrato efficace per oltre il 90% ha sicuramente riacceso le speranze, ma passerà ancora un po' di tempo prima che la nostra vita possa ancora tornare alla normalità. Ecco, quindi, quello che si deve sapere sul vaccino Pfizer contro il coronavirus.

  • Il vaccino è pronto? Il vaccino ha raggiunto la Fase 3, l'ultimo step che precede la commercializzazione di un farmaco. L'autorizzazione per quest'ultima, infatti, deve essere rilasciata dall'Ema (l'agenzia europea per i medicinali) per l'Europa e dalla Fda (Food and Drug Administration) per gli Usa;
  • Il vaccino contro il coronavirus Pfizer è sicuro? Dopo essere stato testato su 43.500 persone di 6 paesi differenti, non sono stati sollevati problemi di sicurezza. Gli organi di controllo, però, adesso dovranno raccogliere tutti i dati ed esaminarli (dati da laboratorio, degli studi clinici sugli esseri umani, sulla produzione e controlli di qualità, campionamento del prodotto, test del prodotto finale e perfino sugli stabilimenti in cui verranno prodotti);
  • Come funziona il vaccino Pfizer? Si tratta di un vaccino a mRNA, ovvero dopo aver iniettato il vaccino, le cellule ricevono l'mRNA e lo utilizzano per ricavare proteine virali. Si utilizza, infatti, il codice genetico del virus (e non "pezzi" di virus come negli altri vaccini) per indurre il nostro corpo a produrre antigeni;
  • Ci sono problemi con il vaccino? Molti vaccini devono essere conservati a una temperatura di circa 4 °C o inferiore. Il vaccino Pfizer, invece, deve essere conservato a -70 °C. Ciò potrebbe creare problemi per il trasporto e la conservazione del vaccino;
  • Quali sono le alternative? Attualmente, in tutto il mondo ci sono oltre 200 vaccini in fase di test. Mentre circa 12 di questi sono attualmente nelle loro fasi finali. I due "più avanti" sono quello di Pfizer, chiamato BNT162b2, e un altro in fase di sviluppo dell'Università di Oxford e AstraZeneca. Quello della Russia efficace al 92%? Quella è un'altra storia.